Segreteria del Santuario
FLORES DE MAYO 2013
FLORES DE MAYO 2013.
Anche quest’anno, come di consueto, la Comunità Filippina di Nostra Signora di Fatima ha celebrato, presso il Santuario di San Vittorino la festività dei “Flores de Mayo”.
Il significato delle parole è “Fiori di Maggio” indicando gli omaggi floreali portati alla Madonna proprio nel mese di maggio, mese da sempre a Lei dedicato, ed in concomitanza con la prima apparizione di Fatima.
Questa festa, molto popolare nelle Filippine, vuole rappresentare, attraverso gli omaggi portati dai bambini alla Vergine Maria, l’enorme venerazione del popolo filippino verso la Madonna.
La tradizione del Flores de Mayo della nostra comunità ha radici lontane nel tempo, risalendo alla nascita stessa della Comunità, fermamente voluta dalla indimenticabile Sr. Virginia, e proseguita poi con Sr. Carmen. Sr. Marta e Sr. Jonita, la collaborazione di Sr. JosieFe, e sempre con la benedizione di tutti i Rettori del santuario.
Anche quest’anno i nostri bambini e ragazzi hanno voluto omaggiare la Vergine Maria, protettrice non solo della nostra Comunità, ma dell’umanità intera, pregando poi il Santo Rosario per la pace nel mondo e per la salute di tutti gli infermi, in special modo dei bambini .
Ringraziamo dal profondo del cuore tutti coloro che hanno partecipato, e tutti, suore e sacerdoti, che con infinita bontà ci danno costantemente la loro guida spirituale.
Grazie, che Dio e la Madonna ci benedicano.
La Comunità Filippina di N. Signora di Fatima.
Ritiro per le Comunioni
Gentilissima suor Lucia,
come promesso ma con un pò di ritardo, le invio alcune foto che ritraggono la splendida giornata passata al santuario di san Vittorino il 18 aprile scorso per il ritiro della prima Comunione.
I preparativi per quella giornata ci hanno impegnati moltissimo, ma siamo stati ricompensati dalla partecipazione dei nostri ragazzi e dalla vostra disponibilità.
In questi giorni stanno ricevendo la prima Eucaristia e sicuramente la giornata comune vissuta lì rimarrà nei loro e nei nostri cuori per molto tempo.
Nella speranza di organizzare quanto prima nuove giornate presso il santuario vi ringrazio e vi saluto cordialmente.
Fabio I.
Parrocchia Santa Sinforosa
Tivoli Terme
Riflessione
Mercoledì 24 aprile, tornando a casa da Roma, con un po' di amarezza nel cuore, per non essere riusciti a vedere da vicino il nostro amatissimo PAPA FRANCESCO, ci siamo fermati nel vostro Santuario dedicato a Nostra Signora di Fatima. Ho avuto modo di apprezzare con quanto amore, dedizione e passione svolgono il loro ministero le suore ed i sacerdoti. Sono rimasto profondamente impressionato dalle ultime parole dell'omelia: " NON BASTA ESSERE CREDENTI, BISOGNA ESSERE ANCHE CREDIBILI. " Una suora mi ha convinto che il bene trionferà sul male, però non bisogna smettere di crederci e bisogna pregare tanto. Sono ripartito più carico che mai: grazie di vero cuore.
La Fede
La fede= fiducia
Aprire il cuore alla fede e manifestarla con gioia, con serenità , ai miei famigliari, a chi non ne ha, a chi la sta cercando… Nella quotidianità, nel lavoro, nel silenzio, nel mettersi in ascolto e soprattutto nella preghiera personale e condivisa con gli altri. Preghiera d’intercessione per i malati, gli anziani per tutti coloro che cercano amore, attenzione, grazia per la conversione dei poveri peccatori , nella misericordia e nel perdono che solo Gesù e Maria possono donarci.
Amare di più, infondere speranza, evangelizzare senza vanità, senza la ricerca di gratificazione o l’egoismo di una ricerca solo personale.
San Paolo ci dice: bisogna avere una fede viva, salda, accresciuta e affinata dall’amore.
A volte ci fidiamo più dell’avere che dell’essere.
Forse perché non ci fidiamo veramente credendo più alle nostre certezze: averi, proprietà, beni materiali. Basta ritrovarci in una qualsiasi avversità e ci prende lo scoraggiamento, la tristezza. Come Pietro che cammina sulle acque fin quando lo coglie la paura e sta per affogare e deve aggrapparsi alla mano del Signore per non essere travolto dalle onde impetuose.
Si può perdere improvvisamente anche l’amore che il Cristo ci ha donato rendendo impuro qualsiasi nostro interesse, qualsiasi nostro gesto. Avere paura nell’affrontare e nel rifiutare le più elementari regole , strumentalizzando la Parola del Signore in una libertà condizionata che mette in crisi la nostra vera intimità facendoci sentire soddisfatti nel rispettare soltanto le regole degli uomini… Quanta illusione! Quanta stupidità, quanto orgoglio!
Il successo, l’ammirazione , la ricerca di gratificazione, il mettersi al centro dell’attenzione e forse sentirsi importanti, vantarsi di aver fatto cose straordinarie…
Dov’è finito l’amore? O Signore Gesù abbi pietà di noi, aiutaci a ritrovare quell’amore vero che solo Tu sai donarci, quella grazia che ci fa rinascere e capire che possiamo ritrovare la speranza, la gioia di vivere i nostri giorni . Quante emozioni nascono dentro di noi, quando ci mettiamo all’ascolto dell’altro, quando entriamo nel suo vissuto con rispetto, con empatia, costruendo relazioni autentiche non giudicanti senza prevaricazioni. Con tenerezza, offrire aiuto con amore, quello vero, che costruisce e non distrugge…
L a fede è luce, spinge oltre il visibile, non ci fa mai sentire soli, ci fa ascoltare Gesù, il battito del suo cuore nel nostro. Lasciarsi amare da Lui, guidare, confortare dal suo Santo Spirito.
Amore, sempre amore al primo posto, è quello che ci nutre, che desideriamo, che possiamo e dobbiamo offrire condividendo gioie e dolori. Sentirci insieme vulnerabili, poveri, umili, ultimi . La fede? In che cosa? In chi? Domande che spesso restano mesi, anni in attesa di risposte…Magari aspettando una certezza, o valutando alcune situazioni della nostra esistenza o aspettando forse anche un miracolo…Dalla nostra nascita alla nostra morte, dagli insegnamenti ricevuti in famiglia, dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dai nostri idoli, dai nostri eroi: disciplina, morale, valori fondati nel rispetto reciproco, nella solidarietà, nell’onestà, nella politica, ecc. ecc. Nell’amicizia, nella condivisione di certe scelte, tutto raggiunge la parola fede= fiducia. Forse smarrita, lasciata da parte perché scomoda, faticosa, spesso delude lasciandoci indifferenti. A volte ha cambiato il significato stesso in funzione di altre parole quali: lassismo, pessimismo, precarietà, disonestà , potere, ricchezza smisurata e povertà infinita creata per il nostro interesse e per il nostro egoismo . Ognuno coltiva il suo orticello e non condivide i suoi frutti perché ha paura di perderli…
Si corre e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Altri invece: sperperano, sprecano, accumulano tesori, ricchezze senza preoccuparsi minimamente degli altri. Allora la fiducia diventa soggettiva, ognuno se la costruisce da se per i propri interessi. Che tristezza! Il mondo cade a pezzi, come dice una nota canzone…
La nostra fiducia è questa?... Dov’è il nostro salvatore Gesù Cristo, morto per noi, per salvarci?
Se la stessa parola fiducia fosse accompagnata dalla speranza e dalla carità, noi saremmo salvi perché è solo lì che troviamo il vero nutrimento per la nostra povera vita. Ci vuole un vero dialogo d’amore
con il nostro Gesù. Io ho fiducia in te mio Signore e Tu hai fiducia in me.
In questa reciprocità ritroviamo unione con i nostri fratelli, nella pace, nella tenerezza costi quel che costi… Senza più alcuna paura dell’oggi e del futuro… Io ho fiducia in te, so che tu non mi abbandoni mi sei sempre vicino. Mi fai capire quando sto sbagliando, mi risollevi quando inciampo e rischio di cadere. La tua Parola è linfa vitale, ogni giorno mi parla, mi comunica gioia, verità, immenso amore, non come lo da il mondo ma pieno di luce, di calore, di gioia infinita. Io credo in te, voglio comunicarlo al mondo intero, a coloro che ti cercano e non ti conoscono. Non hanno ancora sperimentato il vero significato della parola Amore. Con il tuo aiuto posso dire che si può sempre cambiare basta volerlo, aprire il cuore a te che sei l’unica vera certezza e salvezza della nostra povera vita.
Enzo e Marisa Veraldi
Udienza Santo Padre
Udienza Santo Padre
Noi suore OMVF a turno abbiamo partecipato alle Udienze di Papa Francesco e ad alcune di noi è toccata quella del 10 aprile. E’ stata un’esperienza veramente bella che ci ha toccato nel profondo, constatando ancora una volta la semplicità, la trasparenza e la verità della Sua Parola. Ora vi raccontiamo brevemente questa giornata indimenticabile. Siamo uscite prestissimo e quando siamo arrivate, piazza San Pietro si presentava piuttosto vuota, l’aria frizzante, qualche passante frettoloso qua e là. Poi mentre ci siamo incamminate per il metal detector in poco tempo si è formata una lunga fila dietro di noi. Nell’attesa ci sembrava di essere una grande famiglia quasi come se fosse chiamata da un Padre che aspetta i suoi figli perché deve comunicare loro qualcosa di importante. La gente in crocicchio parlava: chi chiedeva una spiegazione, chi faceva un commento, chi pregava con la corona del Rosario in mano, insomma adulti, bambini, stranieri, giovani, tutti pazientemente aspettavano il lascia-passare. Finalmente quando è toccato a noi abbiamo preso posto proprio vicino le transenne con la segreta speranza di poter vedere da vicino il Papa. In breve tempo la piazza è stata tutta un brulichio di suoni e colori: bandiere varie secondo le provenienze, striscioni, canti, gruppi di bambini con i cappellini colorati… Tutto era festa. Anche il cielo prima nuvoloso, ha lasciato spazio ad un sole che brillava e dava calore. Alle 10.30 la Papamobile con Papa Francesco ha cominciato il giro e tutti eravamo emozionati, mentre i gruppi gridavano per farlo fermare presso di loro. Poi Papa Francesco ha preso posto sul sagrato e qui le Sue parole hanno trovato eco nei nostri cuori. La catechesi è stata bellissima. Perciò leggetela! Vi lascio con queste Sue parole: <<E’ proprio lo Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo che ci insegna a dire a Dio – “Padre” , o meglio, “Abbà” che significa “papà”. Così è il nostro Dio: è un papà per noi”. Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio. E questo è il più grande dono che riceviamo dal Mistero Pasquale di Gesù. E Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo>>. GRAZIE PAPA FRANCESCO!
Foto
Dolore Innocente
DOLORE INNOCENTE
Dolore innocente senza umana risposta.
Mistero di buio.
Con nascosta una luce.
Accesa da chi su una Croce, innocente,
ha portato il dolore e la morte di tutti.
Per dare!
Speranza e certezza di una vita per sempre e felice.
Bondi Pio
Homo Sapiens
Homo sapiens, malattia del pianeta Terra?
Marco Fragonara
Il grande teologo luterano Jürgen Moltmann, a proposito del futuro ecologico del nostro mondo, ama ricordare una vecchia barzelletta, che recita: «Due pianeti s’incontrano nell’universo. Il primo chiede: “Come stai?”. L’altro risponde: “Abbastanza male. Sono ammalato. Ho l’homo sapiens”. Il primo replica: “Mi spiace. È una brutta cosa. Anch’io l’ho avuto. Però consolati, passa!” - aggiungendo - Ecco la prospettiva nuova e planetaria per l’umanità: questa malattia umana planetaria passa perché il genere umano si autodistrugge, oppure passa perché il genere umano saprà diventare saggio e curare le ferite che esso ha finora inflitto al pianeta Terra»?
Non deve meravigliare che in campo teologico il cristianesimo, in tutte le sue confessioni, protestante, cattolica e ortodossa, si sia spesso interrogato sul destino della terra e sul compito dell’uomo di salvaguardare il creato. Occorre, infatti, ricordare, come scrive il card. Gianfranco Ravasi che «la tradizione ebraico-cristiana ha demitologizzato la natura che non è perciò né una divinità né frutto di una generazione divina come accadeva nelle cosmogonie orientali e nello stesso panteismo stoico o indiano, ma è il risultato di un atto creatore e quindi è una realtà finita e limitata. D'altro lato, pur riconoscendo un legame tra uomo e animali attraverso la vita (rûah o "spirito" vitale), ha affermato una netta distinzione qualitativa tra i due, attraverso l'introduzione di un particolare statuto umano variamente descritto in alcuni passi della Genesi: si pensi al simbolismo dell’ “immagine e somiglianza divina” (1,27), alla dotazione della coscienza morale nella “conoscenza del bene e del male” (cc. 2-3) e alla funzione di “governo” delegato, di “nomina” e di “custodia e coltivazione” del creato da parte dell'uomo e della donna (1,26 e 2,15-20)».
Tuttavia l’uomo non possiede la terra come suo esclusivo oggetto. Proprio per questa ragione, come afferma Amvrosij Jermakov, Vescovo di Gatčina della Chiesa Ortodossa Russa, «il “dominio” dell’uomo sulla natura, di cui parla la Bibbia, non ha carattere assoluto, non significa arbitraria tirannia. Il nostro “possesso” non è irresponsabile, fine a se stesso ed egocentrico ma liturgico: è dato per un compito concreto. Dio ha immesso nella creazione una struttura interiore, che è responsabilità dell’uomo rispettare e custodire. Ecco perché è importante iniziare, a parlare di ecologia muovendo dalla visione teologica del rapporto tra l’uomo e la natura».
Eppure a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso con Lynn White Jr., molti studiosi avrebbero ritenuto proprio la tradizione ebraico-cristiana responsabile dell’aggressione alla natura, come il biblista Carl Amery, che ritiene che l’antropocentrismo cristiano abbia generato nell’uomo la coscienza della sua totale signoria sulla natura, creando una coscienza che induce l’uomo a una manipolazione “spietata della natura”, o successivamente il teologo Eugen Drewermann, che ribadisce la colpevolizzazione della cultura cristiana nei confronti della natura. Il Cristianesimo quindi avrebbe assunto, insieme all’antropocentrismo distruttivo dell’Antico Testamento, il materialismo e il pragmatismo del pensiero greco-romano.
Al contrario, altre voci recenti, come Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ritengono che «la tradizione biblica ha colto l’atto creatore di Dio all’interno della prospettiva dell’alleanza: l’esperienza delle meraviglie operate dal Signore nella storia della salvezza ha portato Israele ad approfondire la sua fede in Colui che è forza e sostegno del Suo popolo, proprio perché è il Dio dell’universo, a cui tutte le creature obbediscono. In questa luce, l’uomo e il cosmo rientrano in un unico disegno di alleanza. (…) La natura non ha nulla di divino: essa è creatura, come lo è l’uomo».
Tuttavia, la natura, essendo stata creata da Dio per un atto gratuito d’amore, ha una sua dignità altissima. Tanto che, come recita la Genesi, Dio dopo aver creatosi compiace nel vedere che ciò che ha compiuto è buono: “Dio vide che era cosa buona” (Gen 1). Il testo ebraico originale per “buono” usa il termine “tòb”, il cui significato oscilla rimanda alla sfera morale, oltre che estetica, poiché significa “buono e bello” insieme. In questo senso - prosegue Forte - «sul piano etico questa relazione impegna l’uomo a render conto al Dio vivente della maniera in cui si rapporterà alla natura, che l’Eterno ha affidato alle sue cure».
D’altro canto questa posizione è stata ribadita anche da Bendetto XVI nello storico discorso tenuto al Bundestag di Berlino del 2011, là dove richiama i politici sull’importanza di un’ecologia umana, affermando che «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana», riconfermando il solco già tracciato da Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la giornata della Pace del 1990 e ancor prima nell’enciclica sociale Sollicitudo rei socialis del 1987 e dopo in Centesimus annus del 1991, fino a giungere all’istituzione nel 2006 della Giornata per la salvaguardia del Creato, voluta da Benedetto XVI, che da allora cade ogni anno il 1 settembre, quasi in risposta alla proclamazione di San Francesco patrono dell’ecologia, da parte del suo predecessore nel novembre 1979.
In definitiva non è possibile immaginare una creazione senza l’uomo, ma è altrettanto impensabile credere a un uomo senza creazione, proprio per questo il problema della salvaguardia dell’ambiente deve essere visto attraverso un’ottica etica, piuttosto che solo legislativa, così come era stato già intravisto nel Concilio Vaticano II e successivamente nell’enciclica di Paolo VI Gaudium et spes.
È necessario pertanto stabilire con ciò che ci circonda un rapporto di responsabilità, con cui l’operare umano nel cosmo possa accrescere un miglioramento delle qualità di vita, ovviamente questo vale per i vari ambiti scientifici, tecnici e tecnologici, ricercando per tanto, nuovi stili di vita in una logica di maggiore sobrietà e autodisciplina che porti a un maggiore equilibrio anche dell’uso delle risorse.
È sintomatico notare, infatti, che là dove c’è maggior degrado ambientale, vengano colpiti prima di tutto i poveri.
Quindi il compito è principalmente etico, poiché, come ricorda il fisico e teologo Simone Morandini, «la creazione è il primo grande dono attraverso il quale Dio comunica se stesso alle sue creature; è il luogo dell’incarnazione del Figlio, che egli viene a rinnovare nell’attesa della piena liberazione della sofferenza che oggi la permea; è lo spazio in cui soffia lo Spirito divino, colui che è “Signore e dà la vita”».
EMMAUS : LA SPERANZA RITROVATA
EMMAUS : LA SPERANZA RITROVATA
Smarrita la speranza per le attese insoddisfatte della vita...
Smarrito l'orizzonte di un cammino affascinante e promettente...
Svanisce ogni progetto e si fa buio,
mentre si invoca una presenza amica...
Si pensa di essere soli e si odono passi.
Qualcuno cammina accanto a noi:
si fa Parola e condivide il pane,
ridona forza alle infiacchite membra
da luce agli occhi e riaccende il cuore .
Perchè nella verità profonda di noi stessi rinasca la speranza.
Grazie mio Signore.
Bondi Pio
Apprezza ciò che hai
APPREZZA CIO' CHE HAI
Non si può ritenere scontato anche un semplice respiro,
è un grande privilegio appertenere al mondo dei viventi.
A dispetto di ogni crudeltà e ingiustizia,
la vita è bella e preziosa.
Un dono incredibile!
Dobbiamo trarre il meglio da essa
per darne atto a chi ci ha fatto
questo grande dono.
BONDI PIO
(dalla casa circondariale di Pesaro)
poesia
Titolo : Poesia
Provenienza : dalla casa circondariale di Pesaro
Spesso guardo l'orizzonte attraverso le sbarre,
vedo l'evolversi delle stagioni.
Con il pensiero vado oltre le sbarre,
perchè esso non può essere fermato.
E il ricordo del mio passato ravvia la mente,
con la sensazione di un tempo sospeso.
Ora,quando il mondo parve cadermi addosso,
una luce appare lontana:
è il tanto atteso orizzonte...
Grazie mio Signore!
Bondi Pio