PREGHIERA DEL DETENUTO
Gesù, io sono un carcerato.
Avrei più tempo dei Certosini per pregarti, ma forse tu solo sai quanto sia difficile pregare per un carcerato.
La ribellione esplode ogni momento, dal più profondo di noi stessi.
E' difficile pregare e credere quando ci si sente abbandonati dall'umanità.
Anche per te fu difficile pregare sulla croce e gridasti la tua angustia , la tua delusione la tua amarezza : " Perchè mi hai abbandonato?"
Un perchè che sulle tue labbra era diverso, perchè tu eri l'innocente.
Noi, innocenti non lo siamo, come d'altronde non lo è nessun uomo sulla terra.
Anche tu fosti un carcerato, un torturato, un imputato e un condannato.
Tu , il cui scandalo per i virtuosi di professione fu di canonizzare , senza miracoli e senza processi , un ladro condannato a morte.
A te Signore, vittima viva di tutte le ingiustizie commesse dalla giustizia umana, rivolgiamo il nostro grido.
Accettalo come preghiera.
Tu perdoni e dimentichi, anzi scusi.
Noi però non vogliamo l'elemosina della pietà.
Vogliamo che si creda in noi, nella nostra rigenerazione.
Signore, io non voglio perdere la mia dignità umana per il fatto che sono in galera.
Non voglio rinunciare ad essere, voglio credere che almeno tu , il più giusto ed innocente dei condannati della storia, sarai capace di capire le mie lacrime, la mia rabbia.
Tu sei l'unico filo di speranza vera.
Gesù , dammi la fede della vera libertà che è dentro di noi e che nessuno può strapparci.
Antonio Cianci
Opera - Milano