Il termine “Presepe” deriva dal latino praesaepe, cioè greppia o mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini….
«(Maria) diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio». (Lc 2,7)
Questo versetto del Vangelo di Luca ci riporta alla più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria a Roma, dipinta da un ignoto artista del III secolo all'interno di un arcosolio del II secolo. In seguito, intorno al 1400 alcuni grandi maestri della pittura italiana raffigurarono scene della natività, dette anch'esse "presepe", come il Botticelli nell'Adorazione dei Magi a Firenze nella Galleria degli Uffizi; Giotto con la Natività della Cappella degli Scrovegni a Padova; Filippino Lippi con la Natività che si trova al Museo Diocesano di Milano… ed altri ancora tra cui Luca e Andrea Della Robbia che hanno rappresentato scene della Natività, in bassorilievo.
Ma la tradizione pittorica di raffigurare la Natività fu seguita poi dalla rappresentazione tridimensionale, allestita in occasione delle festività natalizie, un’usanza, all'inizio prevalentemente italiana. Infatti, nelle cronache del 1200 si legge che San Francesco D’Assisi inventò a Greccio, vicino a Rieti, il primo presepe.
Egli ritornato dalla Palestina e colpito dalla visita a Betlemme, nel 1223 volle rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese.
Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco descrive così la scena:
«Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme ».(Legenda secunda)
Quella notte di Natale del 1223 molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si avviarono verso la grotta; alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli con i più poveri. Francesco disse di volere celebrare un rito nuovo, più intenso e partecipato; per questo aveva chiesto il permesso al Papa Onorio III. Su un altare improvvisato un sacerdote celebrò la Messa. Francesco, attorniato dai suoi frati, cantò il Vangelo e stando davanti alla mangiatoia, egli aveva il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Allora fu visto «dentro la mangiatoia un bellissimo bambino addormentato che il beato Francesco, stringendo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno. Fra i testimoni del miracolo molti erano personaggi degni di fede e questo contribuì a divulgare la notizia in tutto il Lazio, l'Umbria e in altre regioni dell’Italia centrale. Da quel miracolo molti trassero benefici spirituali e corporali: alcuni si convertirono e diventarono più buoni, altri guarirono da malattie, altri trovarono forza e pace interiore. Tutto il paese sapeva di questi prodigi e teneva memoria di quella notte santa, quando un Bambino era apparso a Francesco, che aveva voluto ricostruire l'ambiente del primo Natale in un bosco dell’Appennino.
Questa è la vera storia del Presepe!