Studiando gli scritti di Pio Bruno Lanteri vi è un legame tra Alleanza, Amore, Amicizia, Fede e Ragione, che diventa comprensibile se si guarda a Maria e a Giuseppe. Procediamo con ordine.
Lanteri considerò la vocazione del patriarca Abramo: Dio «lo sceglie per primo padre dell'Alleanza, per capo di un popolo di credenti che si prepara e vuole separarsi da tutto il resto delle nazioni», per professare «l'unità di Dio, allontanando l'idolatria ed adorando un Dio solo».
Per il Suo popolo favorì – fino alla venuta del Messia – un governo teocratico: «Nelle diverse forme del governo di questo popolo, Dio impresse sempre la Sua direzione immediata, anche per gli affari temporali e civili».
Abramo è il primo essere umano che, a differenza di Adamo, ha creduto e dimorato nella Parola di Dio, diventando Suo figlio. Abramo, Khalil al-Rahman, l’amico del Misericordioso, è modello di fede in Dio e nella Sua Parola (cfr Gv 8,40; Gal 3; Rm 4).
Abramo è di esempio proprio per il suo umiliarsi innanzi a Dio, ricercando la Sua Parola. Ad una persona da lui diretta spiritualmente, Lanteri suggeriva: «dica dunque al Signore come il grande Abramo: “Parlerò al mio Signore, benché polvere e cenere” (Gen 18,27). Consideri che la polvere non può sollevarsi da se stessa e tanto sta in alto quanto ve la tiene il vento, anzi deve considerarsi come fango, perché la polvere è già disposta ad essere sollevata, ma noi siamo come fango, per l'attaccamento alle cose terrene ed a noi stessi».
Dio ordina le cose da farsi e da schivarsi, prescrive ciò che è giusto, convenevole e vero. Tutto ciò – ha scritto Lanteri – diviene «testamentum, cioè alleanza e patto: le condizioni dell'alleanza fatta con Dio. Dio ha promesso ai giudei ed ai cristiani di essere con loro quale padre, a condizione che essi osservino la Sua Legge». Per mettere in pratica questo, il venerabile Lanteri invitava a conversare con i Santi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
In teoria coloro che vivono il Nuovo Testamento sono «favoriti di tanti mezzi e grazie» e per questo dovrebbero essere maggiormente «perfetti nella pratica della virtù».
«Tutta la Dottrina Cristiana – afferma il Fondatore – si contiene nelle Sacre Scritture, che si chiamano Testamento». Verità adombrate nell’Antico Testamento sono manifestate più chiaramente nel Nuovo Testamento.
«Nel Nuovo Testamento e nella Tradizione si contengono tutti i dogmi che dovevano venire a conoscenza degli uomini ed in quanto alle cose visibili e invisibili, celesti e terrene, si contiene pure ogni genere di virtù e vi si trovano i rimedi contro i vizi ed i peccati».
Alla base ci deve essere «una cordiale e sincera carità verso il nostro prossimo». Questo era già stato prescritto sin dai tempi di Mosè, ma Gesù nell’Ultima Cena ne fa un comandamento «perché voleva che da allora in poi avesse maggior forza e vigore, e si praticasse da noi con maggior perfezione».
Tutti questi concetti, ben assimilati, il ven. Lanteri li utilizzò per leggere gli eventi del suo tempo. In nome della politica e degli interessi economici i sovrani si alleavano anche con gli eretici. Molti ecclesiastici cercavano solo di non dispiacere in tutto al vescovo, garantendo una “alleanza” di facciata e poi diffondevano le proprie idee confuse.
Le grandi potenze monarchiche della Russia, dell’Austria e della Prussia, una volta sconfitto Napoleone, strinsero la Santa Alleanza per limitare il liberalismo ed il secolarismo in Europa, alla luce delle devastanti guerre promosse dai rivoluzionari francesi. La comprensibile preoccupazione di difendere la dimensione religiosa e cristiana della società portò cattolici reazionari alla convinzione della necessità di una società religiosamente unita, in cui la religione cattolica fosse l’unico fondamento dello Stato; il Papa doveva tornare ad avere il ruolo direttivo, previa una necessaria alleanza con i sovrani.
Lanteri, da parte sua, si tenne lontano dal politichese e tantomeno sostenne le forme aggregative che agissero in nome di interessi umani o ideologici. Si preoccupò invece di unire le forze di coloro che ricercassero l’alleanza armoniosa della ragione e della fede, della filosofia e della teologia, da vivere nella realtà di tutti i giorni.
Per capire come vivere l’Alleanza con Dio nel quotidiano il Fondatore meditò gli esempi di Maria Santissima e di san Giuseppe, proprio perché i Santi «conoscono a quanta sublime gloria per Gesù è stata sublimata la discendenza d'Abramo».
Al tempo di Lanteri si ricordavano le nozze di Maria con Giuseppe il 22 gennaio.
San Giuseppe – scrisse il nostro Fondatore – «per la sua castità meritò di essere sposo d'una Vergine». Parlando del loro matrimonio lo chiamò «alleanza», rifacendosi a un testo di san Claudio de la Colombière (1641-1682): «L’alleanza di Giuseppe con Maria è stata il frutto della santità a cui era giunto; è stata la sorgente della crescita in santità che ha acquisito». La santità di vita, a cui era già giunto san Giuseppe, venne incrementata dalla vita con Maria santissima.
A volte dobbiamo affrontare avvenimenti di cui non comprendiamo il significato; impulsivamente ci sentiamo delusi e ci ribelliamo, arrabbiandoci. San Giuseppe «lascia da parte i suoi ragionamenti per fare spazio a ciò che accade e, per quanto possa apparire ai suoi occhi misterioso, egli lo accoglie, se ne assume la responsabilità e si riconcilia con la propria storia. Se non ci riconciliamo con la nostra storia, non riusciremo nemmeno a fare un passo successivo, perché rimarremo sempre in ostaggio delle nostre aspettative e delle conseguenti delusioni» (Papa Francesco, Patris corde).
Il nuovo patriarca Giuseppe, aprendo bene gli occhi, affronta avvenimenti e realtà; si assume le proprie responsabilità.
L’associazione «Amicizia Cristiana» venne posta da padre Nikolaus Albert von Diesbach (1732-1798) sotto la protezione della Vergine Maria e di san Giuseppe, le creature più vicine alla fonte del divino Amore.
È interessante riflettere su come Maria e Giuseppe siano punti di riferimento per l’amicizia in se stessa. Tutti soffriamo per cattive amicizie: nelle famiglie, nei posti di lavoro, nelle parrocchie, nelle comunità religiose. Maria e Giuseppe ci ricordano che la vera amicizia è possibile. Nell’amicizia uno più uno non fanno due: fanno una forza, gioia, amore, vita. Essa è dominata dal sentimento di parità, per cui si è insieme soggetti donanti e riceventi, con il desiderio di condividere l’altrui esperienza.
Le vere amicizie difficilmente coinvolgono grandi gruppi e l’amicizia non è un’istituzione: va meritata ed ha bisogno di avvertire con sorpresa che vi è qualcun altro che vede esattamente le cose così come noi stessi le vediamo. È una sorta di stupore specifico che conduce a possedere uno sguardo comune sul mondo.
Per questo possiamo pensare che un preludio degli ultimi tempi sia proprio il venire meno delle vere amicizie, come evidenzia Clive Staples Lewis (1898-1963) nelle Cronache di Narnia.
San Giuseppe è anche l’amico saggio, che – come Maria Santissima – medita la Parola, mettendo subito in pratica ciò che viene richiesto.
Viviamo la grazia della Nuova Alleanza e imitiamo le virtù dei Santi dell’Antica Alleanza.
Lavoriamo come Famiglia Lanteriana perché si riconosca l’opera dello Spirito di Dio sulle tracce fangose delle strade della storia umana e preghiamo l’Unico Signore – desideroso che “tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tm2,4) – che tutti i figli di Abramo si riconoscano nell’unica Via, la Misericordia del Padre.
Signore, Dio della mia vita, in passato hai compiuto grandi prodigi: hai donato una discendenza ad Abramo, hai liberato Israele dalla schiavitù dell’Egitto, hai soccorso il Tuo popolo quando era nel bisogno; mandando Tuo Figlio, Gesù, in mezzo a noi hai guarito gli ammalati, hai perdonato i peccatori … fa’ che ricordi sempre che Ti fai vicino a chi soffre ed ha bisogno di Te e vieni in mio aiuto.
Riaccendi in me la speranza perché, guardando ai prodigi che in passato hai compiuto, rammenti che, per la Tua fedeltà, anche oggi compirai prodigi.
Per l’intercessione di Maria Santissima, di san Giuseppe e del ven. Pio Bruno Lanteri, insegnami a guardare con fiducia al mio futuro, sicuro che cammineremo sempre insieme, fianco a fianco; aiutami a scoprire la Tua presenza, nelle diverse esperienze che ogni giorno faccio, aumenta la mia fede e fa’ che comprenda che, in ogni cosa, si nasconde e si rivela il Tuo Amore.
Articolo tratto da: Myriam "Nuova ed eterna Alleanza" (n. 1 del 2021)