Seduto sui massi di pietra
in mezzo alle case distrutte,
un bimbo ora guarda la madre
falciata dal fuoco radente.
Le bombe han distrutto le case
della gente che urla e che piange,
lui è solo, inchiodato nel fango,
e negli occhi ha un cupo terrore.
Ogni sasso macchiato di sangue
reca un nome di chi non c'è più
il piccino non piange, ma trema,
carezza do la mano a lui cara.
Lui è solo in un mondo crudele
dove il gioco gli è stato strappato,
guarda i corpi di gente caduta
e non sa come muovere i passi.
Le saette che rigano il cielo
sono fischi di bombe e di spari
la guerra non vuole fermarsi
per far respirare chi soffre.
Questa lotta non teme rivali,
si uccide avanzo pian piano
e lasciandosi dietro le spalle
Tanti sogni distrutti per sempre.
La strada è assai lunga per lui
non avendo un appoggio sicuro
il piccino alza gli occhi al cielo
recitando una nuova preghiera.
Sai Gesù, non ho più la mia mamma
lei è andata a chiamare il papà,
e mi ha detto: vai avanti da solo
Questa guerra vedrai finirà.
Dimmi Tu, io non so dove andare
non conosco le strade e la gente,
Vedo solo macerie fumanti e
palazzi ridotti in frantumi.
Piange adesso il bambino sperduto
copre gli occhi con dita tremanti
ora si che vorrebbe un aiuto
Per cercare di andare più avanti.
È tu Dio che vedi e che senti,
e sai bene che l'uomo è vigliacco
dona aiuto ai bambini innocenti
che il regime ha rinchiuso in un sacco.
Rita Golino