Articoli filtrati per data: Domenica, 09 Marzo 2025
Santuario N.S. di Fatima Chiesa Giubilare
Costituzione delle Chiese Giubilari
In data 15 agosto il vescovo Mauro Parmeggiani ha reso note le chiese giubilari visitando le quali i fedeli potranno conseguire l’indulgenza plenaria, secondo le consuete indicazioni della Chiesa in materia e per la durata dell’anno giubilare ordinario 2025 (29 dicembre 2024 – 28 dicembre 2025).
Per la Diocesi di Tivoli, oltre alla cattedrale di San Lorenzo Martire, sono state costituite chiese giubilari: il santuario Beata Vergine delle Grazie di Quintiliolo, in Tivoli; Santa Maria delle Grazie Madonna della Mentorella, nel comune di Capranica Prenestina e il Santuario Nostra Signora di Fatima in San Vittorino Romano.
Per la Diocesi di Palestrina, oltre la cattedrale di Sant’Agapito Martire, sono costituite chiese giubilari il santuario Santa Maria del Buon Consiglio, in Genazzano e la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Pugliano, in Paliano.
Le Chiese Giubilare, sono le chiese segnalate come luoghi di ritrovo per i pellegrini. In queste chiese si terranno le catechesi nelle diverse lingue per riscoprire il senso dell'Anno Santo, ci sarà la possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione e nutrire l'esperienza di fede con la preghiera.
INDULGENZA PLENARIA
I pellegrini otterranno l’indulgenza plenaria nelle chiese giubilari anche partecipando ad una:
- Messa rituale per il conferimento dei sacramenti di iniziazione cristiana;
ad una celebrazione della Parola di Dio;
alla Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture, Lodi, Vespri);alla Via Crucis;
al Rosario mariano;al canto dell’Inno Akathistos;ad una celebrazione penitenziale che termini con le confessioni individuali dei penitenti.
I singoli fedeli, individualmente o in gruppo, potranno conseguire l’Indulgenza se visiteranno devotamente qualsiasi luogo giubilare e lì, per un congruo periodo di tempo, si intratterranno nell’Adorazione Eucaristica e nella meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede e invocazioni a Maria, Madre di Dio.
Voi digiunate tra litigi e alterchi..
La frase "Voi digiunate tra litigi e alterchi" risuona come un richiamo potente e profondo, proveniente da una tradizione spirituale che invita alla riflessione e all'autenticità. Questa espressione richiama un messaggio presente nei testi sacri, come nel Libro di Isaia, e denuncia il contrasto tra l'apparente osservanza religiosa e la mancanza di coerenza morale e spirituale.
Il contesto e il significato
Questa affermazione si riferisce al comportamento di coloro che praticano il digiuno, o qualsiasi altro rito religioso, senza però abbracciare i veri valori di pace, amore e giustizia. I "litigi e alterchi" rappresentano le contraddizioni di chi, pur cercando di avvicinarsi al divino attraverso il digiuno, si lascia coinvolgere in conflitti interpersonali e atteggiamenti che contraddicono lo spirito cristiano di riconciliazione.
Gesù, come sottolinea papa Francesco, «ha condannato questa proposta della pietà nei farisei, nei dottori della legge: fare tante osservanze esteriori, ma senza la verità del cuore». Il Signore dice infatti:
«Non digiunate più come fate oggi, cambiate il cuore. E qual è il digiuno che io voglio? Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, i senzatetto, vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti, facendo giustizia».
Questo, ha precisato il Papa, «è il digiuno vero, che non è soltanto esterno, un'osservanza superficiale, ma un digiuno che viene dal cuore».
Un insegnamento sempre attuale
L'insegnamento del Signore non è confinato a un'epoca specifica, ma risulta straordinariamente attuale anche nella nostra società moderna. Spesso, infatti, si cade nella trappola del formalismo, rispettando regole o tradizioni esteriori senza esaminare il proprio cuore o le proprie intenzioni. Questo monito invita a vivere i valori spirituali in profondità, rendendo il proprio comportamento coerente con la propria fede e le proprie convinzioni.
Il Pontefice ha inoltre sottolineato come, nelle tavole della legge, siano presenti sia i comandamenti relativi al rapporto con Dio sia quelli relativi al rapporto con il prossimo. Entrambi, hanno spiegato, vanno insieme:
«Io non posso dire: compio i primi tre comandamenti… e gli altri più o meno. No, sono uniti: l'amore a Dio e l'amore al prossimo sono un'unità, e se vuoi fare penitenza, reale e non formale, devi farla davanti a Dio e anche con il fratello, con il prossimo».
Basti pensare a ciò che scrive l'apostolo Giacomo: «Tu potrai avere tanta fede, ma la fede, se non fai opere, è morta; a che serve?»
Riflessione personale
Come possiamo applicare questo insegnamento oggi?
Possiamo iniziare con una domanda sincera: quanto le nostre azioni esterne riflettono le nostre convinzioni interiori?
È un invito a lavorare sulla coerenza tra fede, comportamento e relazioni umane, affinché la spiritualità non resti solo un insieme di pratiche esteriori, ma si traduca in gesti concreti di amore e giustizia.
Da qui la preghiera conclusiva rivolta da Francesco al Signore affinché accompagni «il nostro cammino quaresimale» facendo sì che «l’osservanza esteriore corrisponda a un profondo rinnovamento dello Spirito».