Nei giorni 18,19 e 20 settembre all’interno dei locali messi a disposizione dal santuario di San Vittorino “Nostra Signora di Fatima” si è svolto un week-end formativo organizzato dalla Diocesi di Tivoli il cui titolo era “QUALE ANNUNCIO DÌ FEDE QUALI ANNUNCIATORI. LA PROPOSTA CATECUMENALE”. I relatori, Padre Rinaldo Paganelli e Suor Giancarla Barbon, con modi semplici, diretti e mai noiosi, hanno coinvolto catechisti e collaboratori in un dialogo aperto, operoso e vivo. Con il loro metodo hanno introdotto il tema che è stato il filo conduttore di tutto il week-end; in sostanza come prepararsi per affrontare la richiesta Diocesana di una nuova proposta di catechesi. Un argomento vasto e ricco di molteplici sfaccettature. Attraverso laboratori mirati, i relatori hanno coinvolto i partecipanti in un percorso interessante, dove la capacità d’interazione era la condizione essenziale per “mettersi in cammino”. In un contesto di massima condivisione ognuno ha potuto esprimere idee e suggerimenti sottolineando l’esigenza di intraprendere un cammino verso gli orientamenti e gli itinerari per la formazione dei catechisti, enunciati in un documento dell’UCN del 1991. Si è discusso e sono state fatte proposte concrete, tutti d’accordo sul fatto che il primo passo, il primo cambiamento deve partire da se stessi, partire dal proprio vissuto e arrivare all’altro. Gli argomenti discussi sono stati tanti su alcuni ci si è concentrati di più come per esempio la fede e l’identità del catechista e il valore di chi annuncia. Si è parlato inoltre dell’importanza di mettere al centro la persona come individuo, di uscire dallo schema del catechismo scolastico, di mettersi in movimento ed essere accompagnatori che si confrontano, che hanno una meta e soprattutto che agiscono con responsabilità adoperandosi a creare abiti su misura come sarti artigiani e non come chi produce abiti confezionati (cit.).
Al termine tra saluti, risate e promesse di ritrovarsi, una parola tra le tante dette ha riecheggiato nella mente di tutti: INSIEME perché solo, dove c’è unità di vedute e di obiettivi è possibile un rinnovamento del singolo che si estende nelle Parrocchie, nelle Diocesi e nella chiesa Italiana.