Eletto papa il 19 aprile 2005, il 13 maggio seguente Benedetto XVI fu solennemente ricordato a Fatima dal cardinale patriarca di Lisbona, D. José da Cruz Policarpo, che nell'omelia del grande pellegrinaggio di quell'anno si espresse con queste parole: «Oggi sono qui per compiere una promessa fatta da me a Sua Santità Benedetto XVI. Quando, alla fine del Conclave, venne il mio turno per salutarlo e giurargli comunione e obbedienza, il Santo Padre mi prese le mani e mi parlò di Fatima. E io gli promisi, e lui me ne ringraziò. che il successivo 13 maggio sarei venuto a mettere ai piedi della Madonna il suo Pontificato» (VF. giugno 2005). Non sappiamo cosa il Papa può avere detto al cardinale patriarca di Lisbona affinché questi gli facesse tale promessa. Possiamo però supporre che, in quel momento di emozione, la presenza del patriarca gli avrà forse ricordato non tanto i clamori di movimenti estremisti contrari alla sua interpretazione del messaggio di Fatima, ma soprattutto le ore che Sua Eminenza vi aveva trascorso nel 1996, nel presiedere al pellegrinaggio internazionale dell'anniversario del 12 e 13 ottobre, al quale, nonostante il cattivo tempo, avevano partecipato più di 250.000 pellegrini. Nell'omelia pronunciata in quell'occasione, non furono molti i riferimenti a quanto avvenuto a Fatima, ma furono sufficienti perché l'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede esprimesse l'essenziale. Dopo aver evocato i due grandi segni Lourdes e Fatima, concluse: «Maria parla ai piccoli per mostrarci quanto è necessario sapere: cioè, prestare attenzione all'unico necessario [ ... ]: credere in Gesù Cristo, il benedetto frutto del suo ventre. Noi la ringraziamo per la sua presenza materna, come Madre Clementissima e Misericordiosa, qui, in questo posto, e in un modo così vivace ed espressivo» (VF. maggio 2005, 1).
In quell'occasione, i mezzi di comunicazione si mossero per sapere dal cardinale Ratzinger il motivo per cui non era stata rivelata la terza parte del segreto di Fatima che dagli anni Sessanta aveva acceso sempre pin la curiosità pubblica, sempre timorosa di profezie catastrofiche. A "Voz de Fatima" (novembre 1996) riassunse in due frasi le sue dichiarazioni. La prima fu a Radio Renascença: «La Madonna non provoca paura, non fa previsioni apocalittiche, ma conduce al Figlio e quindi all'essenziale». Successivamente, nel corso di una conferenza stampa, rispose che se la Santa Sede non rendeva pubblica la terza parte del segreto «era per evitare la trasformazione della fede in sensazionalismo. E questo corrisponde anche allo spirito del Segreto. La Madonna non vuole creare sensazione né rispondere alla curiosità umana. Il vero contenuto, sia della Rivelazione che del Segreto, e sempre lo stesso, e cioè l'invito alla conversione dei cuori alla fede, alla comunione con Cristo» (ivi, 4).
In effetti, la terza parte del segreto sarebbe stata resa pubblica nel giugno 2000, per decisione papale, come annunciato dal segretario di Stato Vaticano nel solenne contesto della beatificazione dei veggenti Francisco e Jacinta Marto: «Per consentire che i fedeli ricevano meglio il messaggio della Vergine di Fatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede l'incarico di rendere pubblica la terza parte del "segreto", dopo aver preparato un adeguato commento». La pubblicazione sarebbe avvenuta nel mese successivo, proponendo il testo tanto atteso della terza parte e delle due precedenti, unitamente alla presentazione storica e al resoconto di un colloquio dell'allora segretario della Congregazione della Fede, poi segretario di Stato Vaticano, cardinal Bertone, con un "commento teologico" dell'allora prefetto della congregazione, poi Papa Benedetto XVI. Il sommo pontefice faceva riferimento a un colloquio avuto con Lucia, certamente nel 1996, e scrive: «Lei mi disse che le sembrava sempre più chiaro che l'obiettivo delle apparizioni era far aumentare sempre più la fede, nella speranza e nella carità; tutto aspirava soltanto a ciò».
Per l'alta considerazione che rivela nei confronti della veggente Lucia, per la profondità dell'interpretazione storico psicologica delle apparizioni in genere e per il commento autorizzato al segreto di Fatima, questa pubblicazione della Santa Sede, per mandato del Papa in persona e con un intervento del prefetto per la Dottrina della Fede, costituisce allo stesso tempo, e per il suo carattere singolare, una sorprendente apertura della Chiesa del Concilio Vaticano II alle rive1azioi particolari e una affermazione globale di autenticità della realtà di Fatima.
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Nel X anniversario della beatificazione di Francesco e Giacinta, Papa Benedetto XVI si è recato dall'11 al 14 maggio 2010 pellegrino al Santuario di Fatima. Nella sua omelia del 13 maggio sulla spianata del Santuario ha fatto la forte e impressionante dichiarazione: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162). Ed ha concluso: «Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità». Qualche giorno prima, sull'aereo in volo da Roma a Lisbona, la mattina di martedì 11 maggio, gli era stato se il messaggio di Fatima può essere esteso, oltre che all'attentato a Giovanni Paolo II, anche ad altre sofferenze dei papi e alle sofferenze della Chiesa di oggi, scossa dai peccati degli abusi sessuali sui minori. Il papa ha risposto che «solo nel corso della storia possiamo vedere tutta la profondità che era per così dire 'vestita' in questa visione». In essa «sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano». In essa «si vede la necessità di una passione della Chiesa», predetta da Gesù fino alla fine dei tempi, che «naturalmente si riflette nella persona del papa». E così ha proseguito: «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è che non solo da fuori vengono attacchi al papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Questo lo vediamo sempre, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia». Il papa ha concluso ricordando che in ogni caso «il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna, della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia».
Da Papa emerito, infine, Benedetto XVI nel maggio 2015 è intervento per contestare alcune allusione sulla non completa rivelazione del segreto di Fatima. Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato, infatti, dichiarazioni attribuite al prof. Ingo Dollinger, secondo cui, nel giugno 2000, l’allora cardinale Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima, gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa. A tale proposito, il Papa emerito ha reso noto – attraverso la Sala Stampa vaticana - «di non aver mai parlato col prof. Dollinger circa Fatima» e afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema «sono pure invenzioni, assolutamente non vere» e conferma decisamente che «la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa».
[LUCIANO GUERRA, Benedetto XVI e Fatima, in MOREIRA C. A. - CRISTINO L., Enciclopedia di Fatima, Cantagalli, Siena 2010, pp. 69-71. Al testo è stato aggiunto un necessario completamento ricavato da diverse altre fonti]