Carlo Acutis, un giovane adolescente innamorato di Gesù

Solo 15 anni di vita eppure una vita piena, riuscita! Carlo Acutis venerabile, presto Beato…

Lasciava questa terra per il cielo, il 12 ottobre 2006, a solo 15 anni di età, per una leucemia fulminante, che in pochi giorni gli fece raggiungere la “Vetta”. “Mamma, io da qui non esco vivo” – “offro tutte le mie sofferenze per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio ed andare diritto in Paradiso”.

Come si può, oggi, a 15 anni, esprimersi così, con tanta serenità davanti alla morte, che improvvisamente ti raggiunge, mentre mente e cuore inseguono progetti e sogni meravigliosi?

Carlo ha potuto. “Non io, ma Dio”: questo era il suo motto e l’amicizia con Dio è stata, il tutto della sua vita … una vita “ vissuta - dice la mamma - nella consapevolezza che non va sciupata inutilmente dietro a sciocche chimere, ma va santificata minuto per minuto, perché passa veloce”. Infatti, al termine della sua esistenza dirà: “Sono contento di morire perché ho vissuto la mia vita senza sciupare neanche un minuto in cose che non piacciono a Gesù”.

Carlo era nato a Londra il 3 maggio 1991, perché i suoi genitori si trovavano lì per lavoro, ma già nel settembre dello stesso anno mamma e papà rientrano a Milano e, a Milano, Carlo cresce e vive i suoi 15 anni.

Trascorre la sua breve esistenza tra il computer, gli amici, lo sport, la scuola, i divertimenti, la passione per il sassofono e per gli animali, il volontariato, ma ha una marcia in più: l’amicizia con Gesù e con Maria. “Mi piace tanto parlare con Gesù di tutto quello che vivo e che sento”, dice. Custodisce dentro di sé un gran desiderio di santità, attratto dalle figure di S. Francesco, S. Antonio, Santa Bernardette e dai pastorelli di Fatima, di cui ammira l’umiltà, la semplicità e la capacità di fare sacrifici per i peccatori. Anche lui vorrebbe portare tutti a Gesù.

Dal giorno della sua Prima Comunione, ricevuta con permesso speciale a soli 7 anni, proprio per la sua purezza e maturità spirituale, è fedele alla messa quotidiana e alla comunione eucaristica: “la sua autostrada per il cielo” (così la definisce), alla confessione settimanale, al rosario giornaliero, a una razione giornaliera di Parola di Dio e a un po’ di adorazione, prima o dopo la messa.

 È amico di tutti e tutti lo cercano. E’ sempre pronto ad aiutare i compagni in difficoltà. Non nasconde mai ai compagni la fonte della sua felicità: in camera sua c’è un grande quadro di Gesù e tutti lo possono vedere. Gioca volentieri a pallone con gli amici, ma li invita anche ad andare a messa con lui e a riconciliarsi con Dio attraverso una buona confessione. Ha un cuore umile e ardente che lo rende contagioso… difficile resistergli. In classe, nelle discussioni suscitate da qualche insegnante, non perde occasione di testimoniare la sua convinzione nel valore della dignità umana e dei suoi principi morali. I genitori stessi lo definiscono, fin da piccolo, un figlio un po’ extraterrestre…ma non lo ostacolano mai.

È un appassionato evangelizzatore e, naturalmente, è originale anche nel trasmettere la fede. Appassionato di informatica, usa il computer pe “indicare il cielo”. Pur riconoscendo i limiti del mondo virtuale, ne sa vedere le potenzialità e le sfrutta positivamente al servizio del Signore. E’ un genio dell’informatica e si adopera instancabilmente per realizzare alcune mostre (la più famosa è quella sui miracoli eucaristici), che attraverso internet hanno raggiunto il mondo intero e, anche ora, a 13 anni dalla sua morte, continuano ad essere strade che portano al Signore, come lui desiderava.

La mostra dei miracoli eucaristici, si può definire il suo capolavoro. Vi ha impiegato tre anni di lavoro e vi ha speso tanto impegno, desiderando raggiungere un numero incalcolabile di persone, per dare loro la possibilità di essere credenti, innamorati dell’Eucaristia, certi della presenza reale del Corpo e del Sangue di Nostro Signore nell’Ostia Consacrata. La diffusione nel mondo di questa mostra ha dell’incredibile. Attualmente le visite mensili al sito, provenienti da tutto il mondo, sono di 50.000 per ogni lingua.

Il suo domestico indiano, sacerdote bramino, induista, conosce Carlo da quando ha 4 anni. La testimonianza della sua fede e della sua carità lo convertono al cristianesimo. Di Carlo dice: “è stato per me un maestro di vita cristiana autenticamente vissuta e un esempio di moralità eccezionale”.

Si distingue anche nel campo della carità e volentieri dona la sua paghetta e i suoi risparmi a persone di cui conosce le necessità e ai barboni che gravitano intorno alla sua parrocchia. Sono amici, amici che presenzieranno anch’essi al suo funerale.

http://www.centriculturali.org/img/news/11044.jpg" />Il papa ha additato questo ragazzo come modello ai giovani di tutto il mondo nella esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, perché sul suo esempio la giovinezza sia vissuta come un tempo di fioritura e di donazione.                

 

Articolo tratto da: Myriam "Lasciamoci salvare da Cristo" (n. 1 del 2020)

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