Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

26 Dicembre 2022

Santo Natale 2023

Gesù sceglie lui stesso i suoi adoratori...
Attrae a sé con la voce degli angeli i pastori, che per primi vuole vederseli intorno, dopo Maria e Giuseppe. Per genitori ha scelto due poveri operai; per primi adoratori, sceglie poveri pastori … Sempre la stessa abiezione, sempre lo stesso amore della povertà e dei poveri. Gesù non respinge i ricchi, è morto per essi, li chiama tutti, li ama, ma rifiuta di condividere le loro ricchezze e chiama per primi i poveri. Come sei divinamente buono, mio Dio! Se per primi tu avessi chiamato i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a Te, si sarebbero creduti obbligati a restare in disparte a causa della loro povertà. Ti avrebbero guardato da lontano, lasciando che ti circondassero i ricchi. Ma chiamando i pastori per primi, hai chiamato a Te tutti.
Tutti: i poveri, poiché con ciò mostri loro , sino alla fine dei secoli, ch’essi sono i primi chiamati, i favoriti, i privilegiati; i ricchi, perché da una parte essi non sono timidi e dall’altra dipende da loro il diventare poveri come i pastori. In un minuto, se vogliono, se hanno il desiderio di essere simili a Te, se temono che le loro ricchezze li allontanino da Te, possono diventare perfettamente poveri.
Quanto sei buono! Come hai scelto il mezzo giusto per chiamare d’un sol colpo intorno a Te tutti i tuoi figli, senza eccezione alcuna! E che balsamo hai messo sino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, dei disprezzati dal mondo, mostrando loro già dalla tua nascita ch’essi sono i tuoi privilegiati, i tuoi favoriti, i primi chiamati: quelli che chiami sempre intorno a Te che hai voluto essere uno dei loro ed essere fin dalla tua culla e per tutta la vita circondato da essi.      Charles de Foucauld

Buone e Sante Feste!

L’ Avvento è il periodo liturgico che precede il Natale. E’ un tempo di attesa e preparazione per la venuta di nostro Signore Gesù Cristo. E’ il tempo dove la virtù della Speranza viene messa al centro del cammino. Il Catechismo della Chiesa cattolica ci ricorda: Che la speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo, e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo”.   
Lo Spirito Santo scenderà su di te e la Potenza dell’ Altissimo ti coprirà con la sua ombra, Perciò Colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio dell’Altissimo”. Lc 1,26-38
L’ Avvento dunque è il tempo della speranza in cui il Verbo si fa Carne porta il suo annuncio fino ai confini della terra, a tutte le genti. E’ tempo propizio di conversione, in cui la sua venuta, che squarcia il velo del tempo, vivifica la nostra esistenza e nel silenzio di una povera mangiatoia risuona la potenza della Sua Parola Incarnata.
Avvento è anche un tempo forte di silenzio e raccoglimento, in un tempo come il nostro pieno di rumore e chiacchiericcio come ci ricorda il nostro Papa Francesco: “..Per favore, niente chiacchiericcio. Il chiacchiericcio è un tarlo che corrompe, che uccide la vita di una comunità, di un ordine religioso.”
Custodiamo con tanta cura questo silenzio come spazio per Dio e lo possiamo fare in tanti modi perché i rumori entrano attraverso i nostri sensi, gli occhi, le orecchie, e si annidano nel nostro cuore. Il silenzio è proprio un modo per affermare in maniera molto concreta che non abbiamo occhi se non per Gesù per guardare a Lui solo, che non abbiamo orecchie se non per ascoltare Lui, che non abbiamo cuore se non per Gesù e per amare Lui. Noi siamo spazio concreto di Dio nel mondo!
 Con il prossimo non faremo altro che esercitare la carità che ci tiene uniti e saldi davanti al male, all’insofferenza, al dolore del mondo. La Vergine Maria a Fatima chiese preghiere e sacrificio per la conversione delle anime per il bene dell’umanità, possiamo rinvigorire il fuoco dello spirito di sacrificio, lavorando nell’umiltà, piccoli semplici come i pastori, abbassati lontani dall’orgoglio per passare nella porta stretta e diventare come la stella cometa che indica la via per arrivare al Cuore di Dio!
La guerra, la povertà, la pandemia, siano occasione per farci crescere nel comandamento dell’ amore, in questi atti d’amore saremo sempre sostenuti dall’amore del Signore Gesù che agisce in noi, attenti alla mano del fratello che si tende verso di noi per essere rialzato dalla sua povertà, e dal sorriso del più piccolo salvato prima di annegare. Questa sarà la nostra attesa che cureremo perdonando e riconciliandoci, senza lasciare che questo Natale ci colga impreparati al suo arrivo ma, al contrario, ci trovi con l’anima libera dal peccato e lieta di aderire a Cristo nell’amore incondizionato che vivremo nel prossimo. Questo è il cammino della santità. L’ Avvento è una continua rinnovata chiamata alla santità.
 Buon Cammino a tutti voi, andiamo incontro al Signore che viene nella certezza che Egli solo può donarci la pace, non siamo soli e abbandonati sulla piccola barca del nostro vivere, perché il “Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”.           Padre Silvano Porta Rettore del Santuario

San Paolo della Croce nacque a Ovada, nell'Alessandrino, il 3 gennaio 1694 da famiglia nobile anche se in difficoltà economiche. Suo padre è un commerciante e lui lo aiuta, essendo il primo di 16 figli; ma il suo desiderio è creare un ordine religioso e combattere i Turchi. Infine si fa eremita e a 26 anni il suo vescovo gli consente di vivere in solitudine nella chiesa di Castellazzo Bormida, sempre nell'Alessandrino. Qui matura l'idea di un nuovo Ordine e nel 1725 Benedetto XIII lo autorizza a raccogliere compagni: il primo è suo fratello Giovanni Battista. Comincia a farsi chiamare «Frate Paolo della Croce», poi fonda l'ordine dei «Chierici scalzi della santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» (Passionisti). Nel 1727 viene ordinato prete a Roma, poi si ritira sul monte Argentario. Tornato a Roma, nel 1750 predica per il Giubileo. Clemente XIV gli chiede spesso consiglio così come il suo successore Pio VI. Muore il 18 ottobre 1775 a Roma e sarà proclamato santo da Pio IX nel 1867.

-Sabato 3 Dicembre ore 19.00  recita del Rosario meditato con i pensieri del santo. 

-Domenica 4 Dicembre prima domenica del mese la reliquia sarà esposta accanto alla statua della Vergine di Fatima, ad ogni Messa si reciterà la preghiera del santo.

- Ore 15,00 Adorazione Eucaristica segue la processione mariana con la recita del rosario meditato.

- Ore 16.30 Santa Messa

- Ore 18.00 Santa Messa

Ore 15.00 Accoglienza Sala Cuore Immacolato

Ore 15.30 Collegamento con la comunità dello Sry Lanka

Ore 16.30 Video  25 anni di presenza Oblata nello Sry Lanka

segue rosario missionario meditato

Ore 18,00 Celebrazione Eucaristica

Moratuawa 26 Novewmbre 1997 - 2022 Giubileo Missionario omvf

Anche noi oggi amiamoci gli uni gli altri per essere cristiani autentici.

Nei giorni 5 e 6 novembre al Santuario abbiamo avuto la gioia di accogliere il reliquiario contenente un
pezzo di stoffa bagnato dal sangue di santa Sinforosa. Il reliquiario posto accanto alla Vergine di Fatima è
stato oggetto di visita e preghiera da parte dei pellegrini in visita al Santuario.
La presenza della reliquia di Santa Sinforosa ci ha aiutato a riflettere sull’ importanza del grande dono della
fede. L’apostolo Paolo ci insegna che la fede “è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che
non si vedono” (Ebrei 11:1). Ed è su questa certezza che la madre Sinforosa non esitò a donare la sua vita
per Cristo assieme ai suoi figli.
Sabato 5 Novembre - Alle ore 19,00 è stato recitato ai piedi della Vergine di Fatima e presso le reliquie dei
Santi martiri Tiburtini un rosario, meditato con testi di vari santi operatori di pace, supplicando per la loro
intercessione il dono della pace in questa ora così drammatica per tutta l’umanità. L’ ora di preghiera è
stata preparata da sr Antonia omvf e animata dal gruppo dei giovani adulti del Santuario con sr Letizia
omvf.
Domenica 6 Novembre - Al Santuario c’è stata grande presenza di fedeli. Ad ogni Messa ogni sacerdote ha
descritto il martirio della Santa e dei suoi figli esortando i fedeli ad una vita cristiana più coerente con gli
insegnamenti del Vangelo. Nel pomeriggio poi c’è stata l’Adorazione Eucaristica preparata da sr Camilla
omvf sul testo della preghiera a santa Sinforosa, il rosario e la consueta processione mariana. In tale
occasione le reliquie sono state portate in processione accanto alla statua della Madonna di Fatima.
Recitando i misteri gloriosi si è riflettuto sul significato del “perdere la propria vita” per Cristo. Il martire è
“testimone”, è colui che annuncia, attesta e grida la gioia della Resurrezione, è colui che canta la vittoria
della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della giustizia sull’ ingiustizia.
Così Benedetto XVI definisce il martirio: “Dove si fonda il martirio? La risposta è semplice: sulla morte di
Gesù, sul suo sacrificio supremo d’amore, consumato sulla Croce affinché noi potessimo avere la vita (cfr Gv
10,10). Cristo è il servo sofferente di cui parla il profeta Isaia (cfr Is 52,13-15), che ha donato se stesso in
riscatto per molti (cfr Mt 20,28). Egli esorta i suoi discepoli, ciascuno di noi, a prendere ogni giorno la
propria croce e seguirlo sulla via dell’amore totale a Dio Padre e all’umanità: “chi non prende la propria
croce e non mi segue – ci dice, – non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi
avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,38-39). E’ la logica del chicco di grano che
muore per germogliare e portare vita (cfr Gv 12,24). Gesù stesso “è il chicco di grano venuto da Dio, il chicco
di grano divino, che si lascia cadere sulla terra, che si lascia spezzare, rompere nella morte e, proprio
attraverso questo, si apre e può così portare frutto nella vastità del mondo”
Il sacrificio di santa Sinforosa e dei suoi figli ci aiuti a riscoprire i veri valori della vita che non si fondano sul
qui e ora ma ci proiettano verso la nostra vera dimora, il Regno dei Cieli. Non tutti siamo chiamati al
martirio, ma nessuno di noi è escluso dall’essere santo, cioè nel vivere in pienezza l’esistenza cristiana, e
questo comporta nel prendere la croce di ogni giorno su di sé: “Tutti, soprattutto nel nostro tempo in cui
sembrano prevalere egoismo e individualismo, dobbiamo assumerci come primo e fondamentale impegno
quello di crescere ogni giorno in un amore più grande a Dio e ai fratelli per trasformare la nostra vita e
trasformare così anche il nostro mondo. (Benedetto XVI).
«Il martire dell’amore diviene allora un modo per la Chiesa di essere compagna di strada con l’umanità
ferita, di proseguire la conversazione con gli altri, senza imporre nulla, senza alzare la voce, ma mettendo il
grembiule e lavando i piedi di chi si presenta e chiamando “amico” anche chi agisce con violenza,
spingendosi fino ad offrirgli il proprio perdono». (Gilles Routhier)
Per intercessione di Santa Sinforosa e dei suoi sette figli martiri chiediamo al Signore di far sì che il nostro
cuore diventi davvero capace di amare come Lui ha amato ciascuno di noi.
Nella preghiera abbiamo affidato tutta la Diocesi e questa nostra terra Tiburtina nelle mani della Santa
martire e dei suoi figli. Ci ottengano presso Dio il dono della pace e la gioia di poter un giorno tutti insieme
contemplare Colui che abbiamo amato e servito qui su questa dimora terrena.

Sabato 5 e Domenica 6 novembre il Santuario accoglierà le reliquie dei santi martiri Tiburtini Sinforosa e figli, provenienti dalla Cattedrale di Tivoli.

La festa di tutti i Santi il 1° novembre si diffuse nell’Europa latina nei secoli VIII-IX. Poi si iniziò a celebrarla anche a Roma, fin dal secolo IX. Un’unica festa per tutti i Santi, ossia per la Chiesa gloriosa, intimamente unita alla Chiesa ancora pellegrinante e sofferente sulla terra. Quella di Ognissanti è una festa di speranza: “l’assemblea festosa dei nostri fratelli” rappresenta la parte eletta e sicuramente riuscita del popolo di Dio; ci richiama al nostro fine e alla nostra vocazione vera: la santità, cui tutti siamo chiamati non attraverso opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del battesimo.

1 Novembre Tutti i Santi

-Sante Messe ore 9,00 - 10,30 - 12,00 - 16,30 - 18,00 - Rosario ore 16,00

2 Novembre Commemorazione fedeli defunti

-Sante Messe ore 8,30 - 10,00 - 12,00 -  17,30 - Rosario ore 17,00

-Messa al Cimitero ore 15,00

Il giorno più importante, l'ultimo, delle apparizioni di Fatima è il 13 ottobre 1917. Dopo essere apparsa per ben 5 volte ai tre pastorelli dal 13 maggio 1917, giorno della prima apparizione, la Madonna si congeda con un importante messaggio per tutta l'umanità, centrato soprattutto sulla penitenza e sulla devozione al suo Cuore Immacolato. La notizia di un miracolo visibile a tutti, fece il giro del Portogallo; all’appuntamento di ottobre ci fu così una folla valutata sulle 70.000 persone provenienti da tutto il Paese, con giornalisti e fotografi della stampa nazionale ed internazionale inviati per registrare l’avvenimento.

Il prodigio mariano è passato alla storia come il Miracolo del sole, avvenuto appunto nella giornata del 13 ottobre 1917. Tra i presenti al prodigioso evento vi era un giornalista, Avelino de Almeida, l’allora direttore del giornale O Seculo, famosissimo giornale liberale e anticlericale. Molto probabilmente i giornalisti anti-clericali si trovavano in loco con la sicurezza di poter dimostrare come le apparizioni raccontate dai fanciulli fossero solo frutto della loro fantasia, o comunque una commedia escogitata dal parroco di Fatima. Invece, quanto scritto dal giornalista, smentì tutto ciò. Il tempo da parte sua, non prometteva niente di buono, quel giorno era scuro e freddo, la pioggia cadde copiosamente, mentre la gran folla di pellegrini cercava di ripararsi alla meglio. Anche questa volta, appena apparsa la Signora, Lucia domandò: “Signora chi siete e cosa volete da me?” Alla domanda della giovane pastorella, Maria rispose: “Voglio che si faccia qui una cappella in mio onore. Io sono Nostra Signora del Rosario. Che si continui sempre a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i soldati ritorneranno presto alle loro famiglie”. Questa fu la promessa della Madonna. Poi Maria continuò, chiedendo che le persone si convertissero e che “non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso”.

Le apparizioni e il messaggio di Fatima hanno un’importanza cruciale per la vita della Chiesa e per il suo giudizio sulla storia moderna. “Sono venuto a Fatima — disse papa Benedetto XVI nel suo viaggio a Fatima nel 2010 — “perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa”. Luogo benedetto che Dio si è scelto per ricordare all’umanità, attraverso la Madonna, i suoi disegni di amore misericordioso”, Fatima è la “casa” che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni”, offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti a lei si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”.

Il Cielo si è aperto sul Portogallo come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo gli chiude la porta —, si tratta di un amorevole disegno di Dio, e non di un progetto puramente umano. “Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima — disse il Cardinale Manuel Cerejeira [1888-1977], di venerata memoria —, ma fu Fatima che si impose alla Chiesa”.

L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo…” Nel cuore del messaggio di Fatima vi è un giudizio sulla storia, e in particolare sulla nostra storia moderna. Le tragedie annunciate a Fatima non sono finite con la fine delle ideologie del secolo XX e del comunismo, cui pure il messaggio del 1917 si riferisce. La crisi non è risolta. Da un certo punto di vista è oggi più seria che mai, perché è anzitutto crisi di fede, quindi crisi morale e sociale. Nubi dense e nere stanno minacciando l’intera umanità. Mai come oggi il messaggio di Fatima urla nel cuore dell’uomo; “Non offendano Dio che è già troppo offeso.” La pace è minacciata e come a Cana Maria ci ripete: “fate tutto quello che Egli vi dirà”, per ritrovare la via del dialogo e del rispetto reciproco.

Solo nella conversione del cuore, solo aprendo il cuore a Dio si ritroverà la strada della pace questo ci dice la Madonna. In quei pastorelli è racchiusa tutta l’umanità loro accolsero con generosità l’invito della madre del Cielo e noi?

Il Santuario di san Vittorino vuole essere l’Eco della voce di Maria che vuole gridare nel cuore di ogni uomo, di ogni pellegrino che si avvicina: “Convertitevi e credete al Vangelo”, per poter portare nel mondo, nelle famiglie quella serenità quella gioia che solo Lui può dare.

L'11 ottobre 2017, al termine della consueta udienza generale del mercoledì, papa Francesco ha ricordato la ricorrenza del 13 Ottobre. «Venerdì 13 ottobre», ha detto Papa Francesco, «si chiude il centenario delle ultime apparizioni mariane a Fatima. Con lo sguardo rivolto alla Madre del Signore e Regina delle Missioni, invito tutti, specialmente in questo mese di ottobre, a pregare il Santo Rosario per l’intenzione della pace nel mondo. Possa la preghiera smuovere gli animi più riottosi affinché “bandiscano dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e costruiscano comunità non violente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace” (Messaggio della la Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2017)».

A Fatima la Madonna promette il trionfo del suo Cuore Immacolato. Benedetto XVI a Fatima non manca di mettere in evidenza quella parte del messaggio che, dopo la tragedia, si apre alla speranza e al trionfo del Cuore Immacolato di Maria. “Nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa”, ripetendo a ciascuno di noi: “Miei fratelli e sorelle, bisogna che diventiate con me testimoni della risurrezione di Gesù. In effetti, se non sarete voi i suoi testimoni nel vostro ambiente, chi lo sarà al vostro posto? Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?”.

Il sì dei veggenti è stato la prima pietra per la costruzione del regno del Cuore Immacolato di Maria che si completerà solo se sapremo accompagnarlo con il nostro sì, giorno per giorno.

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