Segreteria del Santuario
E.V.O. - Esercizi Spirituali nella vita ordinaria
E.V.O.
Cosa sono?
E' l'esperienza e il cammino degli esercizi spirituali Ignaziani inseriti nella Vita ordinaria.
Utilizza le piccole e grandi cose dell'esistenza giornaliera per educare "il cuore" e la fede, per aprirsi all'azione dello Spirito, per imparare l'amicizia con il Signore e approfondirla. La preghiera si fa vita e la vita nutre la preghiera.
Dove portano?
All'esperienza vissuta di una relazione personale, intima col Signore, che si approfondisce sul filo dei giorni.
Ad una fede attenta che scopre la presenza discreta e meravigliosa di Dio nel quotidiano.
Ad una conversione del cuore che saprà vedere la realtà in modo nuovo;coè con l'occhio e il cuore di Dio.
ad un servizio più cosciente nella Chiesa e nel mondo.
PER CHI SONO?
Per tutte le persone che desiderano approfondire la propria vita spirituale e vogliono impegnarsi in questo cammino interiore esigente, con disponibilità e generosità.
Condizioni per partecipare
Sentire il desiderio dell'amicizia con il Signore.
Essere desiderosi di nutrire una riflessione interiore.
Avere la decisione e la costanza di trovare un tempo quotidiano di sosta per la meditazione e la preghiera, ove la realtà quotidiana diventa luogo di incontro con il Signore.
METODO
Un incontro mensile di gruppo mensile di gruppo per i temi di preghiera e riflessione.
Riflessione e preghiera personale e quotidiana a casa propria.
Colloquio personale mensile di verifica e accompagnamento con una guida E:V:O
DURATA
Si prevede un cammino di due anni (E.V.O. 1 - E.V.O. 2) - In presenza e On Line -
Primo incontro di presentazione - SABATO 12 OTTOBRE ORE 16,00 PRESSO IL SANTUARIO N.S. DI FATIMA VIA DI PONTE TERRA 8 - 00132 ROMA - Sono aperte le iscrizioni -
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
06 2266016 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www. casalanteri.it -
Mandato Missionario a Beatrice Angelina infermiera del Bambino Gesù
Santissimo Nome di Maria
Beatrice, un'infermiera del Bambino Gesù di Roma, partirà per un'esperienza missionaria in Sri Lanka. Si fermerà tre settimane e offrirà la sua competenza perché è già stata anche in Cambogia dove ha tenuto dei corsi per addestrare gli infermieri. Beatrice riceverà il "mandato missionario" il 12 settembre alle ore 18.00 a San Vittorino, festa del Nome di Maria e festa titolare dei padri Oblati. Celebrerà la messa del mandato padre Luis, Rettore degli omv. Le verranno consegnati come simbolo la croce, il vangelo e il rosario. Al termine della celebrazione. Accompagniamo con la preghiera Beatrice nel cammino di preparazione e poi nell'esperienza. Missione, Maria e giovani sono legati e sono vincenti!
Festa della Congregazione degli Oblati di Maria Vergine
Quinta Apparizione della Beata Vergine Maria a Fatima 13 Settembre
13 Settembre 1917
«- Continuate a recitare il rosario alla Madonna del Rosario, tutti i giorni, [che Lei attenuerà la guerra] per ottenere la fine della guerra, [che la guerra sta per terminare]. In ottobre verrà anche il Signore, la Madonna Addolorata, la Madonna del Carmine, S. Giuseppe col Bambino Gesù, per benedire il Mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda. Portatela soltanto di giorno.
- Mi hanno pregato di chiederLe molte cose: la guarigione di alcuni malati, d’un sordomuto.
- Sì, qualcuno lo guarirò. Altri, no, [perché Nostro Signore non crede in loro]. In ottobre farò il miracolo, affinché tutti credano.
[- Il popolo desiderava molto aver qui una cappellina.
- [Con] metà del denaro raccolto fino ad oggi facciano due portantine per donarle alla Signora del Rosario; l’altra metà sia per la cappellina.
Le offrii due lettere e un contenitore di vetro con acqua di colonia.
- Mi hanno dato questo, se Lei lo vuole.
- Questo non serve là in Cielo.]» - Dalle memorie di sr Lucia
Ore 21,00 - Narrativa dell' Apparizione
Processione mariana con i flambeaux
Santa Messa
Pregando poi non sprecate parole come i pagani (Mt 6-7)
"Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole." Questo versetto ci invita a riflettere sul significato e l'essenza della preghiera, e su come essa debba essere vissuta e praticata nel nostro cammino di fede.”
Per comprendere pienamente il significato di Matteo 6:7, è essenziale collocarlo nel suo contesto. Questo versetto fa parte del discorso della Montagna (Matteo 5-7), un insieme di insegnamenti fondamentali di Gesù. In questo discorso, Gesù fornisce indicazioni su vari aspetti della vita morale e spirituale. Nel capitolo 6, Gesù affronta la questione della preghiera, dell'elemosina e del digiuno, esortando i suoi seguaci a vivere questi atti in modo sincero e autentico.
Il Significato delle "Parole Sprecate"
Gesù critica l'uso di "parole sprecate" nella preghiera, un riferimento alle pratiche dei pagani del tempo, che spesso utilizzavano lunghe e ripetitive formule nella convinzione che la quantità di parole potesse influenzare le divinità a esaudire le loro richieste. Questo modo di pregare si basa sull'idea che la persuasione o la coercizione possano forzare l'ascolto divino. La critica di Gesù non è diretta alla lunghezza o alla ripetizione delle preghiere in sé, ma piuttosto alla loro motivazione e alla mancanza di sincerità. Gesù incoraggia una preghiera che sia un vero dialogo con Dio, sincero e genuino, piuttosto che una mera formalità o un tentativo di manipolare Dio con la quantità delle parole. Il Maestro ci ricorda che è proprio la sincerità del cuore che fa arrivare la nostra preghiera a Dio. Non servono le parole pronunciate come automi, senza amore. A volte basta poco, un pensiero, un gesto, uno sguardo per raggiungere il cuore di Dio. D’altronde Lui sa già ciò di cui abbiamo bisogno ancora prima che glielo chiediamo.
L’Essenza della Preghiera Cristiana, secondo Gesù, deve essere un'espressione autentica del cuore. Non è la quantità di parole che importa, ma la qualità della relazione con Dio. Questo è ulteriormente chiarito dal Padre Nostro, che segue immediatamente questo versetto (Matteo 6:9-13). Il Padre Nostro è una preghiera concisa ma ricca di significato, che riconosce la santità di Dio, il Suo regno, la Sua volontà, e include richieste per i bisogni quotidiani e il perdono dei peccati.
La preghiera è dunque un atto di fede e di fiducia in Dio, un modo per avvicinarsi a Lui con umiltà e sincerità, riconoscendo la Sua sovranità e la Sua misericordia.
Cosa possiamo imparare e come possiamo applicare questo insegnamento oggi? Nella nostra vita frenetica e spesso superficiale, possiamo cadere nella trappola di utilizzare la preghiera come un rito formale o una lista di richieste. Matteo 6:7 ci invita a riconsiderare il nostro approccio alla preghiera. Dobbiamo cercare di: Essere Autentici: Parlare con Dio in modo sincero, condividendo i nostri veri sentimenti e pensieri.
-Evitare la Superficialità: Non usare la preghiera come una routine senza significato o un mero ripetere formule.
_Ascoltare: La preghiera non è solo parlare, ma anche ascoltare la voce di Dio, permettendoGli di guidarci e ispirarci.
_Affidarsi alla Grazia: Riconoscere che non è attraverso i nostri sforzi o la nostra eloquenza che Dio risponde alle preghiere, ma attraverso la Sua grazia e il Suo amore per noi.
In conclusione, Matteo ci offre una visione profondamente spirituale e personale della preghiera. Gesù ci esorta a evitare le formalità vuote e a entrare in una relazione più profonda e sincera con Dio attraverso la preghiera. Ed è nel silenzio che riusciamo a sentire “..quel mormorio di vento leggero” (1Re19,9-11).
Il silenzio è prezioso perché ci permette di trovare la pace interiore, di riflettere sulle nostre emozioni e sui nostri pensieri, favorendo un legame con il nostro Io più profondo. Sia davvero per tutti di aiuto prendere a cuore questo insegnamento, cercando di pregare in modo che tutto il nostro essere rifletta veramente la nostra fede e il nostro amore per Dio. Inoltre, il silenzio favorisce la concentrazione e la creatività, offrendoci la possibilità di ascoltare attentamente gli altri e di apprezzare la bellezza del mondo che ci circonda.".
Ma il silenzio è molto di più. È mitezza quando non rispondiamo alle offese e lasciamo a Dio la difesa del nostro onore. È misericordia quando perdoniamo senza indagare nel passato e intercediamo nell’intimo. È pazienza quando soffriamo senza lamentarci e attendiamo che il seme germogli lentamente. È umiltà quando lasciamo emergere i fratelli e celi nel riserbo i doni di Dio. È fede quando tacciamo perché è Lui che agisce e rinunciamo ai suoni del mondo per stare alla Sua presenza. È adorazione quando abbracciamo la Croce senza chiedere "Perché?" (La Parola.it)
In questo mondo frenetico, il silenzio ci offre un rifugio, un’oasi di calma in cui possiamo ritrovare noi stessi e ascoltare la voce interiore. È un tesoro prezioso da custodire, un dono che ci permette di crescere e di scoprire la bellezza nascosta nel silenzio stesso. Quindi, concediamoci momenti di quiete, immergendoci nel silenzio e scoprendo la sua preziosità.
..Viveva un monaco di nome Frate Silenzio. Era noto per la sua profonda contemplazione e la sua capacità di ascoltare il mondo senza mai pronunciare una parola. Le persone venivano da ogni parte per cercare la sua saggezza e il suo consiglio.
Un giorno, un giovane studioso giunse al monastero. Aveva letto molti libri e conosceva molte parole, ma sentiva che gli mancava qualcosa. Si avvicinò a Frate Silenzio e gli chiese: “Maestro, come posso trovare la verità?”
Frate Silenzio lo guardò negli occhi e non disse nulla. Poi si alzò e lo condusse fuori dal monastero. Camminarono insieme attraverso i boschi, i campi e le montagne. Il giovane studioso era confuso, ma seguì il monaco senza fare domande.
Arrivarono a un lago circondato da alte montagne. Frate Silenzio si sedette sulla riva e invitò il giovane studioso a fare altrettanto. Poi prese una pietra liscia e la gettò nell’acqua. Le onde si espansero, creando cerchi concentrici che si allontanavano dal punto di impatto.
“Guarda l’acqua”, disse Frate Silenzio. “Cosa vedi?”
Il giovane studioso osservò attentamente. “Vedo i cerchi che si espandono”, rispose.
Frate Silenzio annuì. “Ora ascolta”, disse. “Ascolta il silenzio tra i cerchi.”
Il giovane studioso chiuse gli occhi e ascoltò. Era un silenzio diverso da quello che aveva mai sperimentato prima. Era calmo, profondo e pieno di significato. In quel momento, capì che la verità non si trovava solo nelle parole, ma anche nel silenzio.
Da quel giorno, il giovane studioso imparò a meditare e a cercare la verità nel silenzio. Frate Silenzio divenne il suo maestro, e insieme trascorsero molti anni in contemplazione e ascolto. Il giovane studioso scrisse libri sulla bellezza del silenzio e insegnò ai suoi discepoli che, a volte, le risposte più profonde si trovano nel silenzio stesso.
Quarta Apparizione a Fatima - 19 Agosto 1917
Dopo aver detto queste parole, la Madonna si diresse, come le volte precedenti, verso oriente.
Ore 21,00 Narrativa dell'Apparizione
Processione Mariana con i flambeaux segue Santa Messa presieduta da Padre Vincenzo Voccia omv
Settimana Lanteriana
Dal 4 al 7 luglio inizia la Settimana lanteriana per quanti fanno riferimento al carisma ed opere apostoliche di P. Lanteri e degli Oblati od anche per una prima conoscenza. Gli incontri si svolgeranno presso la Cittadella ecumenica Taddeide.
Fatima è un richiamo alla conversione. Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine è venuta a Fatima per chiedere agli uomini di “non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso“. È il dolore di Madre che la obbliga a parlare; è in gioco la sorte dei suoi figli. Per questo Ella chiede ai pastorelli: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro“.
La visione dell'inferno è un drammatico richiamo al terribile rischio che si corre nel continuare a percorrere la strada del peccato a perseverare testardamente nella via del male.
Scrive Suor Lucia ricordando l’apparizione di quel giorno di luglio: “La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore”.
«Molte anime vanno all’Inferno, perché non c’è nessuno che prega per loro»: Maria ci ricorda che proprio questo negare la verità sull’Inferno allarga la via delle anime che vanno all’Inferno, perché non ci si forma più al combattimento spirituale, non si prega più perché la gente non vada all’Inferno. Sentiamoci responsabili gli uni degli altri; non possiamo salvarci da soli. Quando Dio ci chiederà: "Dov'è tuo fratello?" non rispondiamo come Caino: "Sono forse il custode di mio fratello?" Rispondiamo invece: "Signore, è qui accanto a me!"
Ore 21,00 Narrazione dell'Apparizione segue processione mariana con i flambeaux e santa Messa
Narrativa dell' Apparizione
Luogo: Cova da Iria Data: 13 luglio 1917
Persone presenti: tra 4000 e 5000 o tra 2000 e 3000
«- Cosa vuole da me? - domandai.
- Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei vi potrà aiutare.
- Vorrei chiederLe di dirci Chi è; di fare un miracolo perché credano tutti che Lei ci appare.
- Continuate a venir qui tutti i mesi. A ottobre dirò Chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere.
[- Ho qui una richiesta; se Lei converte una donna di Pedrogão e una di Fatima e se fa star meglio un bambino della Moita.
Disse che le avrebbe convertite e che il bambino sarebbe migliorato entro un anno].
- Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente ogni volta che fate qualche sacrificio: “O Gesù, è per amor Vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”.
Dicendo queste ultime parole, aprì di nuovo le mani, come nei due mesi precedenti.
Sembrò che il riflesso penetrasse la terra e vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero brace trasparenti e nere, o bronzee, in forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportate dalle fiamme che uscivano da loro stesse, insieme a nuvole di fumo che cadevano da ogni parte, uguali al cadere delle scintille nei grandi (incendi), senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremar di paura. (Dev’essere stato dinanzi a questa visione che lasciai scappare quell’«ai!», che dicono di avermi sentito dire). I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni roventi. Spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza:
– Avete visto l’Inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede.
{Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”. E vedemmo in una luce immensa che è Dio qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti un Vescovo vestito di Bianco; abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio}.
Questo non ditelo a nessuno. A Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario, dopo ogni mistero dite: “O Gesù mio! Perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle che ne hanno più bisogno”.
Seguì un momento di silenzio, poi domandai:
– Non vuol più niente da me?
– No. Per oggi non voglio più niente da te.»
Memorie di Suor Lucia, pp. 172-174 (IV Memoria); la sezione entro le parentesi quadre fa parte dell’interrogatorio del parroco, del 14 luglio1917, in Documentação Crítica de Fátima. I, pp 13-15; la sezione entro le parentesi graffe costituisce la famosa terza parte del segreto di Fatima (Memorie di Suor Lucia, p. 209).
Fatima e la conversione della Russia
La Profezia di Fatima e la Conversione della Russia
L'affermazione "La Russia si convertirà" deriva dalle apparizioni mariane di Fatima, avvenute in Portogallo nel 1917. Secondo i racconti, la Vergine Maria avrebbe rivelato tre segreti ai tre pastorelli, Lucia dos Santos e i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto. Il secondo di questi segreti riguarda proprio la Russia e il suo futuro spirituale.
La Profezia di Fatima
Nel secondo segreto, la Vergine Maria avrebbe richiesto la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, come parte di un piano divino per prevenire la diffusione degli errori della Russia nel mondo e per promuovere la pace. Ella promise che, se tale consacrazione fosse stata effettuata, la Russia si sarebbe convertita e il mondo avrebbe conosciuto un periodo di pace. Tuttavia, la mancata esecuzione di questa richiesta avrebbe portato a guerre e persecuzioni contro la Chiesa.
Contesto Storico e Religioso
L'affermazione risale a un periodo di grandi cambiamenti e tensioni globali. La Russia, subito dopo le apparizioni di Fatima, stava per attraversare la Rivoluzione Bolscevica del 1917, che avrebbe instaurato un regime comunista ateo, contrastando direttamente le istituzioni religiose. Questo contesto rendeva la richiesta della Vergine Maria particolarmente urgente e drammatica per i fedeli.
A Pasqua, nel maggio 1917, la Prima Guerra Mondiale aveva reso l’Europa simile a un’anticamera dell’inferno, come ha osservato lo storico americano Warren Carroll in un eccellente libretto intitolato (1917: Red Banners, White Mantle, Christendom Press, 1981). Papa Benedetto XV parlò di un “suicidio dell’Europa civile” e il 5 maggio 1917 si appellò alla Regina della Pace con le seguenti parole: «A Maria, dunque, che è la Madre della Misericordia e onnipotente per grazia, salga l’appello amorevole e devoto da ogni angolo della terra – dai nobili templi e dalle più piccole cappelle, dai palazzi reali e dalle dimore dei ricchi come dalle capanne più povere – dalle pianure e dai mari insanguinati. Che porti a Lei il grido angoscioso delle madri e delle mogli, il lamento dei piccoli innocenti, i sospiri di ogni cuore generoso: affinché la Sua tenerissima e benigna sollecitudine sia commossa e la pace che chiediamo sia ottenuta per il nostro mondo agitato». Otto giorni dopo, il 13 maggio, la Madonna venne di persona, apparendo in un campo di Cova da Iria, in Portogallo, a tre pastorelli, Lucia e i suoi due cugini, Giacinta e Francesco. La Santissima Vergine diede loro istruzioni per far trionfare il Suo Cuore Immacolato, affinché fosse concesso un periodo di pace al mondo devastato dalla guerra. In primo luogo, la preghiera – in particolare il Santo Rosario; in secondo luogo, la riparazione per i peccati e gli oltraggi perpetrati contro i Santi Cuori di Gesù e di Maria; in terzo luogo, la Madonna chiese che la Russia fosse consacrata al Suo Cuore Immacolato. (Radio Maria)
«Se le mie richieste saranno ascoltate, – disse– la Russia si convertirà e ci sarà la pace; altrimenti, diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni della Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno annientate».
In realtà la consacrazione della Russia si è rivelata un compito più difficile del previsto e che ha portato notevoli controversie negli anni successivi. Incredibile come un'atto apparentemente così semplice si sia rivelato poi nel corso degli anni un percorso arduo e non privo di ostacoli. Detto ciò non si può negare che la Russia abbia diffuso i suoi errori in tutto il mondo.
Vari Papi hanno compiuto atti di consacrazione in risposta alla richiesta di Fatima. Papa Pio XII consacrò il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria nel 1942 e poi specificamente la Russia nel 1952. Tuttavia, si discusse a lungo sulla necessità di una consacrazione più esplicita, secondo le precise indicazioni date a Fatima.
Nel 1984, Papa Giovanni Paolo II effettuò una consacrazione del mondo, includendo implicitamente la Russia, ma senza menzionarla esplicitamente. Questa azione è stata interpretata da molti come il compimento della richiesta della Vergine Maria. Poco dopo, nel 1991, il crollo dell'Unione Sovietica e la fine del regime comunista in Russia furono visti da molti come l'inizio della realizzazione della promessa di Fatima.
L’errore principale della Russia si rivelò essere il comunismo, un progetto rivoluzionario per costruire un mondo senza Dio, che ha conquistato territori più a ovest di quanto l’Armata Rossa abbia mai potuto fare. La diffusione dell’ateismo materialista, il crollo delle norme morali e la legalizzazione dell’aborto e dell’omosessualità , sono tutte prove del suo successo. Il suo affronto a Dio è dimostrato dall’intervento stesso della Madonna, che nel 1917, è apparsa per condannare il comunismo.
Non appena i bolscevichi presero il potere in Russia nell’ottobre 1917, poche settimane dopo l’ultima apparizione di Nostra Signora a Fatima, lanciarono il loro programma di abolizione della famiglia.
Nel dicembre 1917 fu introdotto il divorzio, sancito dal Codice di Famiglia del 1918, che poteva essere facilmente ottenuto “senza motivo”. Nel 1920, la Russia sovietica divenne il primo Paese al mondo a legalizzare l’aborto, scatenando un flagello che ha distrutto più vite di tutte le guerre della storia umana. L’istituzionalizzazione totale dell’istruzione costituiva una parte cruciale del programma comunista. Nel 1920, Aleksandra Kollontai, una donna molto influente nel partito bolscevico e primo Commissario del Popolo per il benessere, scrisse in Kommunistka: «La società comunista si assumerà tutti gli oneri legati all’educazione di un bambino» (Alexandra Kollontai, “Communism and the Family”, Kommunistka, n. 2, 1920). La rivoluzione politica del regime bolscevico fu accompagnata dalla preparazione della rivoluzione culturale, che fin dall’inizio fu soprattutto una rivoluzione sessuale. L’obiettivo era quello di ridefinire non solo la società, ma la stessa natura umana. (Radio Maria)
Nella DIVINI REDEMPTORIS il Sommo Pontefice Pio XI mise in guardia su quegli errori sparsi da quella falsa ideologia che avrebbe reso l'uomo schiavo e non libero: "Noi, quindi, vogliamo ancora una volta esporre in breve sintesi i princìpi del comunismo ateo come si manifestano principalmente nel bolscevismo, con i suoi metodi di azione, contrapponendo a questi falsi princìpi la luminosa dottrina della Chiesa ed inculcando di nuovo con insistenza i mezzi con i quali la civiltà cristiana, sola civiltà veramente umana, può essere salvata da questo satanico flagello e maggiormente sviluppata, per il vero benessere dell’umana società. Il comunismo di oggi, in modo più accentuato di altri simili movimenti del passato, nasconde in sé un’idea di falsa redenzione. Uno pseudo-ideale di giustizia, di uguaglianza e di fraternità nel lavoro, pervade tutta la sua dottrina, e tutta la sua attività d’un certo falso misticismo, che alle folle adescate da fallaci promesse comunica uno slancio e un entusiasmo contagioso, specialmente in un tempo come il nostro, in cui da una distribuzione difettosa delle cose di questo mondo risulta una miseria non consueta. Si vanta anzi questo pseudo-ideale come se fosse stato iniziatore di un certo progresso economico, il quale, quando è reale, si spiega con ben altre cause, come con l’intensificare la produzione industriale in paesi che ne erano quasi privi, valendosi anche di enormi ricchezze naturali, e con l’uso di metodi brutali per fare ingenti lavori con poca spesa.
Inoltre il comunismo spoglia l’uomo della sua libertà, principio spirituale della sua condotta morale; toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi. All’uomo individuo non è riconosciuto, di fronte alla collettività, alcun diritto naturale della personalità umana, essendo essa, nel comunismo, semplice ruota e ingranaggio del sistema. Nelle relazioni poi degli uomini fra loro è sostenuto il principio dell’assoluta uguaglianza, rinnegando ogni gerarchia e ogni autorità che sia stabilita da Dio, compresa quella dei genitori; ma tutto ciò che tra gli uomini esiste della cosiddetta autorità e subordinazione, tutto deriva dalla collettività come da primo e unico fonte. Né viene accordato agli individui diritto alcuno di proprietà sui beni di natura e sui mezzi di produzione, poiché, essendo essi sorgente di altri beni, il loro possesso condurrebbe al potere di un uomo sull’altro. Per questo appunto dovrà essere distrutta radicalmente questa sorta di proprietà privata, come la prima sorgente di ogni schiavitù economica.
11. – Rifiutando alla vita umana ogni carattere sacro e spirituale, una tale dottrina naturalmente fa del matrimonio e della famiglia una istituzione puramente artificiale e civile, ossia il frutto di un determinato sistema economico; viene rinnegata l’esistenza di un vincolo matrimoniale di natura giuridico-morale che sia sottratto al beneplacito dei singoli o della collettività, e, conseguentemente, l’indissolubilità di esso. In particolare per il comunismo non esiste alcun legame della donna con la famiglia e con la casa. Esso, proclamando il principio dell’emancipazione della donna, la ritira dalla vita domestica e dalla cura dei figli per trascinarla nella vita pubblica e nella produzione collettiva nella stessa misura che l’uomo, devolvendo alla collettività la cura del focolare e della prole [11]. È negato infine ai genitori il diritto di educare, essendo questo concepito come un diritto esclusivo della comunità, nel cui nome soltanto e per suo mandato i genitori possono esercitarlo..."
Nel posare lo sguardo ai giorni nostri sembra che il grido di Maria sia stato vano. Ma l'ultima parola non è mai del male ma del bene e del suo trionfo. La nostra speranza è ancorata sulle parole della Vergine Maria: "Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà!". E sulle parole di Nostro Signore: "Le porte degli inferi non prevarranno!".
« Il credere in Dio è il fondamento incrollabile di ogni ordinamento sociale e di ogni responsabilità sulla terra, perciò tutti quelli che non vogliono l’anarchia e il terrore devono energicamente adoperarsi perché i nemici della religione non raggiungano lo scopo da loro così apertamente proclamato » Pio XI Divini Redemptoris
«Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghi la Divinità è assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace» (Pio X, E Supremi, n. 7).
Il Cuore della Madre ci richiama alla Conversione perchè non ci sarà pace e giustizia al di fuori del progetto Divino. “A che giova guadagnare il mondo intero, se poi perdi la tua anima?” (Mc 8,36). Anche la nostra società sarà prediletta da Dio e otterrà la pace in una giusta prosperità, se torneremo ad osservare i suoi Comandamenti.
«Io non ti lascerò mai. Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio». (Giugno 1917). Parole che la Vergine rivolge ad ognuno di noi. il Cuore Immacolato di Maria non è solo un luogo di riposo, ma anche un mezzo dinamico per avvicinarsi a Dio. Come una guida saggia, Maria ci accompagna verso una più profonda unione con Dio, insegnandoci attraverso il Suo esempio di obbedienza, umiltà e amore.
Maria, nel Suo ruolo di Mediatrice, intercede per noi presso Dio, illuminando il cammino della fede e aiutandoci a superare gli ostacoli spirituali. Il Suo Cuore Immacolato ci invita a seguire il Suo esempio di fedeltà e di fiducia completa nel piano divino. Questo cammino non è sempre privo di difficoltà, ma il Cuore di Maria offre una direzione chiara e sicura, piena di speranza e di grazia.
“Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà” ci invita alla speranza, alla preghiera e alla conversione. Maria è la nostra Madre amorevole che ci guida verso il trionfo del bene sul male.
*O Cuore Immacolato di Maria, sii il mio rifugio nei momenti di difficoltà e la mia guida nel cammino verso Dio. Aiutami a crescere nella fede, nell'amore e nella speranza, e a seguire con fiducia la via che mi conduce alla Sua presenza eterna. Amen.*
Peregrinatio Marie a Casape
Nell’immediato dopoguerra, su iniziativa promossa dalla Chiesa francese, si diffuse in Italia la *Peregrinatio Mariae*, inizialmente a livello locale (famosa è quella organizzata dalla Diocesi di Milano tra il 1947 e il 1949), e poi a livello nazionale. Nata come forma di ringraziamento alla Madonna per la fine della Seconda Guerra Mondiale, è sempre stata seguita con grandissima partecipazione emotiva.
Nella *Peregrinatio Mariae*, è la Madonna stessa che si fa "missionaria", andando incontro ai suoi figli. Maria "entra" nelle nostre case e ci presenta il Vangelo, portando alla predicazione, alla confessione, alla Celebrazione Eucaristica, insieme a manifestazioni come la processione, che raffigura un popolo in cammino che prega, canta e si rivolge a Maria Santissima, ognuno con le proprie attese che porta nel cuore affinché le presenti a suo Figlio Gesù.
È tradizione per i Padri Oblati di Maria Vergine e le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima partecipare e organizzare missioni popolari e mariane.
A Casape, il 22 - 23 Giugno, si è colta l’occasione per riprendere dopo tanto tempo queste manifestazioni, così care e fruttuose per il popolo di Dio.
Questo pellegrinaggio, in preparazione al Giubileo del 2025, porta con sé un messaggio di speranza e fiducia, incarnando il tema giubilare “Pellegrini di Speranza”. Il Simulacro della Vergine Maria di Fatima è stato portato a Casape da Padre Michele Babuin, rettore del Santuario N.S. di Fatima – San Vittorino, insieme a Suor Maria Rosa e Suor Milena della comunità delle Suore Oblate e dai collaboratori del Santuario.
Le due giornate mariane sono state animate da momenti di preghiera e affidamento alla Madre di Dio, coinvolgendo la comunità parrocchiale e radunando persone di tutte le età. Il titolo del Giubileo, “Pellegrini di Speranza”, riflette il messaggio di fiducia e speranza che la peregrinazione della Madonna di Fatima porta con sé. La figura della Vergine Maria, in questo itinerario spirituale, ci ricorda la sua disponibilità al progetto di Dio e ci ispira a essere pellegrini di speranza in tutte le circostanze della nostra vita, sapendo che il Signore continua a ripetere a ciascuno: “Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio”. E dalle parole della Vergine a Fatima: “Non temere, il mio Cuore Immacolato sarà la via che ti condurrà a Dio”.
Questo pellegrinaggio non è stato solo un momento di devozione personale, ma un’opportunità per la comunità parrocchiale di rinnovare la propria fede e riscoprire il vero significato della speranza cristiana. Attraverso la preghiera, la riflessione e la condivisione fraterna, i fedeli hanno accolto l'invito di Maria a Cana: “Fate tutto quello che vi dirà”, invito che trova nel Messaggio di Fatima l’urgenza della conversione affinché il mondo ritrovi la via della vera pace e della fraternità.
"..Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?
- Sì, vogliamo.
- Allora, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.
Fu mentre pronunciava queste ultime parole (la grazia di Dio...) che aprì per la prima volta le mani, comunicandoci una luce così intensa, una specie di riflesso che da esse usciva e ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, che era quella luce, più chiaramente di come ci vediamo nel migliore degli specchi. Allora, per un impulso intimo pure comunicatoci, cademmo in ginocchio, e ripetevamo col cuore:
- Santissima Trinità, io Vi adoro. Mio Dio, mio Dio, io Vi amo nel Santissimo Sacramento.
Passati i primi momenti, la Madonna aggiunse:
- Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra.» ( Fatima 13 Maggio 1917)