Segreteria del Santuario
La Fede
La fede= fiducia
Aprire il cuore alla fede e manifestarla con gioia, con serenità , ai miei famigliari, a chi non ne ha, a chi la sta cercando… Nella quotidianità, nel lavoro, nel silenzio, nel mettersi in ascolto e soprattutto nella preghiera personale e condivisa con gli altri. Preghiera d’intercessione per i malati, gli anziani per tutti coloro che cercano amore, attenzione, grazia per la conversione dei poveri peccatori , nella misericordia e nel perdono che solo Gesù e Maria possono donarci.
Amare di più, infondere speranza, evangelizzare senza vanità, senza la ricerca di gratificazione o l’egoismo di una ricerca solo personale.
San Paolo ci dice: bisogna avere una fede viva, salda, accresciuta e affinata dall’amore.
A volte ci fidiamo più dell’avere che dell’essere.
Forse perché non ci fidiamo veramente credendo più alle nostre certezze: averi, proprietà, beni materiali. Basta ritrovarci in una qualsiasi avversità e ci prende lo scoraggiamento, la tristezza. Come Pietro che cammina sulle acque fin quando lo coglie la paura e sta per affogare e deve aggrapparsi alla mano del Signore per non essere travolto dalle onde impetuose.
Si può perdere improvvisamente anche l’amore che il Cristo ci ha donato rendendo impuro qualsiasi nostro interesse, qualsiasi nostro gesto. Avere paura nell’affrontare e nel rifiutare le più elementari regole , strumentalizzando la Parola del Signore in una libertà condizionata che mette in crisi la nostra vera intimità facendoci sentire soddisfatti nel rispettare soltanto le regole degli uomini… Quanta illusione! Quanta stupidità, quanto orgoglio!
Il successo, l’ammirazione , la ricerca di gratificazione, il mettersi al centro dell’attenzione e forse sentirsi importanti, vantarsi di aver fatto cose straordinarie…
Dov’è finito l’amore? O Signore Gesù abbi pietà di noi, aiutaci a ritrovare quell’amore vero che solo Tu sai donarci, quella grazia che ci fa rinascere e capire che possiamo ritrovare la speranza, la gioia di vivere i nostri giorni . Quante emozioni nascono dentro di noi, quando ci mettiamo all’ascolto dell’altro, quando entriamo nel suo vissuto con rispetto, con empatia, costruendo relazioni autentiche non giudicanti senza prevaricazioni. Con tenerezza, offrire aiuto con amore, quello vero, che costruisce e non distrugge…
L a fede è luce, spinge oltre il visibile, non ci fa mai sentire soli, ci fa ascoltare Gesù, il battito del suo cuore nel nostro. Lasciarsi amare da Lui, guidare, confortare dal suo Santo Spirito.
Amore, sempre amore al primo posto, è quello che ci nutre, che desideriamo, che possiamo e dobbiamo offrire condividendo gioie e dolori. Sentirci insieme vulnerabili, poveri, umili, ultimi . La fede? In che cosa? In chi? Domande che spesso restano mesi, anni in attesa di risposte…Magari aspettando una certezza, o valutando alcune situazioni della nostra esistenza o aspettando forse anche un miracolo…Dalla nostra nascita alla nostra morte, dagli insegnamenti ricevuti in famiglia, dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dai nostri idoli, dai nostri eroi: disciplina, morale, valori fondati nel rispetto reciproco, nella solidarietà, nell’onestà, nella politica, ecc. ecc. Nell’amicizia, nella condivisione di certe scelte, tutto raggiunge la parola fede= fiducia. Forse smarrita, lasciata da parte perché scomoda, faticosa, spesso delude lasciandoci indifferenti. A volte ha cambiato il significato stesso in funzione di altre parole quali: lassismo, pessimismo, precarietà, disonestà , potere, ricchezza smisurata e povertà infinita creata per il nostro interesse e per il nostro egoismo . Ognuno coltiva il suo orticello e non condivide i suoi frutti perché ha paura di perderli…
Si corre e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Altri invece: sperperano, sprecano, accumulano tesori, ricchezze senza preoccuparsi minimamente degli altri. Allora la fiducia diventa soggettiva, ognuno se la costruisce da se per i propri interessi. Che tristezza! Il mondo cade a pezzi, come dice una nota canzone…
La nostra fiducia è questa?... Dov’è il nostro salvatore Gesù Cristo, morto per noi, per salvarci?
Se la stessa parola fiducia fosse accompagnata dalla speranza e dalla carità, noi saremmo salvi perché è solo lì che troviamo il vero nutrimento per la nostra povera vita. Ci vuole un vero dialogo d’amore
con il nostro Gesù. Io ho fiducia in te mio Signore e Tu hai fiducia in me.
In questa reciprocità ritroviamo unione con i nostri fratelli, nella pace, nella tenerezza costi quel che costi… Senza più alcuna paura dell’oggi e del futuro… Io ho fiducia in te, so che tu non mi abbandoni mi sei sempre vicino. Mi fai capire quando sto sbagliando, mi risollevi quando inciampo e rischio di cadere. La tua Parola è linfa vitale, ogni giorno mi parla, mi comunica gioia, verità, immenso amore, non come lo da il mondo ma pieno di luce, di calore, di gioia infinita. Io credo in te, voglio comunicarlo al mondo intero, a coloro che ti cercano e non ti conoscono. Non hanno ancora sperimentato il vero significato della parola Amore. Con il tuo aiuto posso dire che si può sempre cambiare basta volerlo, aprire il cuore a te che sei l’unica vera certezza e salvezza della nostra povera vita.
Enzo e Marisa Veraldi
Udienza Santo Padre
Udienza Santo Padre
Noi suore OMVF a turno abbiamo partecipato alle Udienze di Papa Francesco e ad alcune di noi è toccata quella del 10 aprile. E’ stata un’esperienza veramente bella che ci ha toccato nel profondo, constatando ancora una volta la semplicità, la trasparenza e la verità della Sua Parola. Ora vi raccontiamo brevemente questa giornata indimenticabile. Siamo uscite prestissimo e quando siamo arrivate, piazza San Pietro si presentava piuttosto vuota, l’aria frizzante, qualche passante frettoloso qua e là. Poi mentre ci siamo incamminate per il metal detector in poco tempo si è formata una lunga fila dietro di noi. Nell’attesa ci sembrava di essere una grande famiglia quasi come se fosse chiamata da un Padre che aspetta i suoi figli perché deve comunicare loro qualcosa di importante. La gente in crocicchio parlava: chi chiedeva una spiegazione, chi faceva un commento, chi pregava con la corona del Rosario in mano, insomma adulti, bambini, stranieri, giovani, tutti pazientemente aspettavano il lascia-passare. Finalmente quando è toccato a noi abbiamo preso posto proprio vicino le transenne con la segreta speranza di poter vedere da vicino il Papa. In breve tempo la piazza è stata tutta un brulichio di suoni e colori: bandiere varie secondo le provenienze, striscioni, canti, gruppi di bambini con i cappellini colorati… Tutto era festa. Anche il cielo prima nuvoloso, ha lasciato spazio ad un sole che brillava e dava calore. Alle 10.30 la Papamobile con Papa Francesco ha cominciato il giro e tutti eravamo emozionati, mentre i gruppi gridavano per farlo fermare presso di loro. Poi Papa Francesco ha preso posto sul sagrato e qui le Sue parole hanno trovato eco nei nostri cuori. La catechesi è stata bellissima. Perciò leggetela! Vi lascio con queste Sue parole: <<E’ proprio lo Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo che ci insegna a dire a Dio – “Padre” , o meglio, “Abbà” che significa “papà”. Così è il nostro Dio: è un papà per noi”. Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio. E questo è il più grande dono che riceviamo dal Mistero Pasquale di Gesù. E Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo>>. GRAZIE PAPA FRANCESCO!
Foto
Dolore Innocente
DOLORE INNOCENTE
Dolore innocente senza umana risposta.
Mistero di buio.
Con nascosta una luce.
Accesa da chi su una Croce, innocente,
ha portato il dolore e la morte di tutti.
Per dare!
Speranza e certezza di una vita per sempre e felice.
Bondi Pio
Homo Sapiens
Homo sapiens, malattia del pianeta Terra?
Marco Fragonara
Il grande teologo luterano Jürgen Moltmann, a proposito del futuro ecologico del nostro mondo, ama ricordare una vecchia barzelletta, che recita: «Due pianeti s’incontrano nell’universo. Il primo chiede: “Come stai?”. L’altro risponde: “Abbastanza male. Sono ammalato. Ho l’homo sapiens”. Il primo replica: “Mi spiace. È una brutta cosa. Anch’io l’ho avuto. Però consolati, passa!” - aggiungendo - Ecco la prospettiva nuova e planetaria per l’umanità: questa malattia umana planetaria passa perché il genere umano si autodistrugge, oppure passa perché il genere umano saprà diventare saggio e curare le ferite che esso ha finora inflitto al pianeta Terra»?
Non deve meravigliare che in campo teologico il cristianesimo, in tutte le sue confessioni, protestante, cattolica e ortodossa, si sia spesso interrogato sul destino della terra e sul compito dell’uomo di salvaguardare il creato. Occorre, infatti, ricordare, come scrive il card. Gianfranco Ravasi che «la tradizione ebraico-cristiana ha demitologizzato la natura che non è perciò né una divinità né frutto di una generazione divina come accadeva nelle cosmogonie orientali e nello stesso panteismo stoico o indiano, ma è il risultato di un atto creatore e quindi è una realtà finita e limitata. D'altro lato, pur riconoscendo un legame tra uomo e animali attraverso la vita (rûah o "spirito" vitale), ha affermato una netta distinzione qualitativa tra i due, attraverso l'introduzione di un particolare statuto umano variamente descritto in alcuni passi della Genesi: si pensi al simbolismo dell’ “immagine e somiglianza divina” (1,27), alla dotazione della coscienza morale nella “conoscenza del bene e del male” (cc. 2-3) e alla funzione di “governo” delegato, di “nomina” e di “custodia e coltivazione” del creato da parte dell'uomo e della donna (1,26 e 2,15-20)».
Tuttavia l’uomo non possiede la terra come suo esclusivo oggetto. Proprio per questa ragione, come afferma Amvrosij Jermakov, Vescovo di Gatčina della Chiesa Ortodossa Russa, «il “dominio” dell’uomo sulla natura, di cui parla la Bibbia, non ha carattere assoluto, non significa arbitraria tirannia. Il nostro “possesso” non è irresponsabile, fine a se stesso ed egocentrico ma liturgico: è dato per un compito concreto. Dio ha immesso nella creazione una struttura interiore, che è responsabilità dell’uomo rispettare e custodire. Ecco perché è importante iniziare, a parlare di ecologia muovendo dalla visione teologica del rapporto tra l’uomo e la natura».
Eppure a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso con Lynn White Jr., molti studiosi avrebbero ritenuto proprio la tradizione ebraico-cristiana responsabile dell’aggressione alla natura, come il biblista Carl Amery, che ritiene che l’antropocentrismo cristiano abbia generato nell’uomo la coscienza della sua totale signoria sulla natura, creando una coscienza che induce l’uomo a una manipolazione “spietata della natura”, o successivamente il teologo Eugen Drewermann, che ribadisce la colpevolizzazione della cultura cristiana nei confronti della natura. Il Cristianesimo quindi avrebbe assunto, insieme all’antropocentrismo distruttivo dell’Antico Testamento, il materialismo e il pragmatismo del pensiero greco-romano.
Al contrario, altre voci recenti, come Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ritengono che «la tradizione biblica ha colto l’atto creatore di Dio all’interno della prospettiva dell’alleanza: l’esperienza delle meraviglie operate dal Signore nella storia della salvezza ha portato Israele ad approfondire la sua fede in Colui che è forza e sostegno del Suo popolo, proprio perché è il Dio dell’universo, a cui tutte le creature obbediscono. In questa luce, l’uomo e il cosmo rientrano in un unico disegno di alleanza. (…) La natura non ha nulla di divino: essa è creatura, come lo è l’uomo».
Tuttavia, la natura, essendo stata creata da Dio per un atto gratuito d’amore, ha una sua dignità altissima. Tanto che, come recita la Genesi, Dio dopo aver creatosi compiace nel vedere che ciò che ha compiuto è buono: “Dio vide che era cosa buona” (Gen 1). Il testo ebraico originale per “buono” usa il termine “tòb”, il cui significato oscilla rimanda alla sfera morale, oltre che estetica, poiché significa “buono e bello” insieme. In questo senso - prosegue Forte - «sul piano etico questa relazione impegna l’uomo a render conto al Dio vivente della maniera in cui si rapporterà alla natura, che l’Eterno ha affidato alle sue cure».
D’altro canto questa posizione è stata ribadita anche da Bendetto XVI nello storico discorso tenuto al Bundestag di Berlino del 2011, là dove richiama i politici sull’importanza di un’ecologia umana, affermando che «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana», riconfermando il solco già tracciato da Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la giornata della Pace del 1990 e ancor prima nell’enciclica sociale Sollicitudo rei socialis del 1987 e dopo in Centesimus annus del 1991, fino a giungere all’istituzione nel 2006 della Giornata per la salvaguardia del Creato, voluta da Benedetto XVI, che da allora cade ogni anno il 1 settembre, quasi in risposta alla proclamazione di San Francesco patrono dell’ecologia, da parte del suo predecessore nel novembre 1979.
In definitiva non è possibile immaginare una creazione senza l’uomo, ma è altrettanto impensabile credere a un uomo senza creazione, proprio per questo il problema della salvaguardia dell’ambiente deve essere visto attraverso un’ottica etica, piuttosto che solo legislativa, così come era stato già intravisto nel Concilio Vaticano II e successivamente nell’enciclica di Paolo VI Gaudium et spes.
È necessario pertanto stabilire con ciò che ci circonda un rapporto di responsabilità, con cui l’operare umano nel cosmo possa accrescere un miglioramento delle qualità di vita, ovviamente questo vale per i vari ambiti scientifici, tecnici e tecnologici, ricercando per tanto, nuovi stili di vita in una logica di maggiore sobrietà e autodisciplina che porti a un maggiore equilibrio anche dell’uso delle risorse.
È sintomatico notare, infatti, che là dove c’è maggior degrado ambientale, vengano colpiti prima di tutto i poveri.
Quindi il compito è principalmente etico, poiché, come ricorda il fisico e teologo Simone Morandini, «la creazione è il primo grande dono attraverso il quale Dio comunica se stesso alle sue creature; è il luogo dell’incarnazione del Figlio, che egli viene a rinnovare nell’attesa della piena liberazione della sofferenza che oggi la permea; è lo spazio in cui soffia lo Spirito divino, colui che è “Signore e dà la vita”».
EMMAUS : LA SPERANZA RITROVATA
EMMAUS : LA SPERANZA RITROVATA
Smarrita la speranza per le attese insoddisfatte della vita...
Smarrito l'orizzonte di un cammino affascinante e promettente...
Svanisce ogni progetto e si fa buio,
mentre si invoca una presenza amica...
Si pensa di essere soli e si odono passi.
Qualcuno cammina accanto a noi:
si fa Parola e condivide il pane,
ridona forza alle infiacchite membra
da luce agli occhi e riaccende il cuore .
Perchè nella verità profonda di noi stessi rinasca la speranza.
Grazie mio Signore.
Bondi Pio
Apprezza ciò che hai
APPREZZA CIO' CHE HAI
Non si può ritenere scontato anche un semplice respiro,
è un grande privilegio appertenere al mondo dei viventi.
A dispetto di ogni crudeltà e ingiustizia,
la vita è bella e preziosa.
Un dono incredibile!
Dobbiamo trarre il meglio da essa
per darne atto a chi ci ha fatto
questo grande dono.
BONDI PIO
(dalla casa circondariale di Pesaro)
poesia
Titolo : Poesia
Provenienza : dalla casa circondariale di Pesaro
Spesso guardo l'orizzonte attraverso le sbarre,
vedo l'evolversi delle stagioni.
Con il pensiero vado oltre le sbarre,
perchè esso non può essere fermato.
E il ricordo del mio passato ravvia la mente,
con la sensazione di un tempo sospeso.
Ora,quando il mondo parve cadermi addosso,
una luce appare lontana:
è il tanto atteso orizzonte...
Grazie mio Signore!
Bondi Pio
missione Ciciliano
Missione a Ciciliano
Nella Diocesi di Tivoli, il Parroco don Paolo Catalani dall’11 al 18 novembre 2012 presso la Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo in Ciciliano, ha indetto una Missione Popolare dal tema “Chi accoglie me, accoglie Colui che mi ha mandato”. (Mt 10,40). Diverse motivazioni sono alla base di questa iniziativa. Prima di tutto l’Anno della Fede indetto dal Papa Benedetto XVI per cui ridare vigore e risvegliare la fede cristiana ai fedeli di Ciciliano. Poi l’imminente visita pastorale del nostro Vescovo, Mons. Mauro Parmeggiani dal 3 al 9 dicembre. “Tutto questo per farci vivere il senso di appartenenza alla Chiesa… con momenti di riflessione e di preghiera, scambi di opinione, testimonianze, esperienze varie…” (dalla Lettera di invito del Parroco).
Con semplicità condividiamo questa bella esperienza che abbiamo vissuto insieme ad altri religiosi provenienti da diverse parti di Italia: due Suore OMVF – suor Marta e suor Lucia- (dal Santuario N.S. di Fatima in San Vittorino); una Missionaria della Consolata – suor Margarita- (Piemonte); una giovanissima religiosa di Don Orione - suor Francesca - (Palermo); - suor Carla – Roma- della stessa Famiglia Religiosa; un’altra Suora Missionaria Sacramentina, ma del Ramo dei Non-Vedenti -suor Maria Grazia. Inoltre la presenza di un Padre Cappuccino toscano -Padre Luigi- che si è messo a disposizione per le confessioni oltre tutto il resto.
Le giornate si svolgevano con le visite alle famiglie, porta a porta, cercando di trasmettere ad ogni famiglia un annuncio di speranza e di gioia proprio in quest’Anno della Fede. Le famiglie hanno apprezzato questa iniziativa che è stata per loro occasione di rafforzamento nella fede; l’incontro si concludeva sempre con una preghiera fatta da tutta la famiglia e i missionari, spesso tenendosi tutti per mano come a voler dire – siamo uniti, siamo in cordata!
I vari Gruppi presenti in Parrocchia sono stati avvicinati attraverso catechesi, momenti di condivisione sulla Parola di Dio, testimonianze varie. In un incontro serale abbiamo contemplato la fede del grande profeta Abramo, ci siamo commossi davanti alla testimonianza di Suor Maria Grazia che per carisma offre la sua cecità, affinché la luce della Fede possa tornare a rischiarare coloro che stanno nelle tenebre.
Ci siamo incantati davanti la potenza del Messaggio Cristiano che raggiunge i più lontani come ci ha spiegato la Suora parlandoci di una zona della Mongolia dove nel 2013 ci sarà la prima Parrocchia con appena 14 cristiani che vivono in grandi tende a quasi 50 gradi sotto zero!
Ma il Cristianesimo non è solo preghiera e catechesi, perciò ci sono stati gioiosi momenti ricreativi che hanno rafforzato la comunione fra tutti e hanno fatto toccare con mano quanto è bello stare insieme uniti nel nome di Gesù.
Ognuno ha offerto germogli di vita e grande è la nostra gratitudine per l’accoglienza ricevuta dalle persone che in ogni modo si sono prodigate affinché tutto andasse bene.
Tante sono state le cose che abbiamo imparato e che portiamo racchiuse ora nel cuore per poterle poi condividere ancora.
Ringraziamo di cuore Dio e la Vergine Madre e vi lasciamo con questo messaggio:
<< Il Cristianesimo forse è difficile, ma ci fa infinitamente felici! >>.
Suor Marta e Suor Lucia
– Suore Oblate di M.V.di Fatima – San Vittorino
III domenica del mese
III domenica del mese dedicata ai malati e agli anziani
E’ bello ritrovarsi insieme ai malati e agli anziani ogni III domenica del mese qui nel Santuario di Maria Vergine di Fatima!
Accoglierli con gioia, con un sorriso, con un abbraccio, una carezza, una attenzione particolare, discreta ed affettuosa.
Gesti semplici, cercando di trasmettere loro umiltà, amicizia e condivisione.
Malati con tante sofferenze che cercano aiuto, una parola di conforto, chiedono preghiere per una possibile guarigione.
Ci sono anche giovani in cerca di una vera conversione: sono i “malati per mancanza di amore”, perché intrappolati in una esistenza senza senso, che li fa soffrire in un conflitto interiore continuo.
A volte basta un grazie reciproco,un mettersi in ascolto ed in silenzio,un condividere le loro preoccupazioni, le loro ansie.
I padri e le suore del Santuario sono sempre disponibili ad aiutare, a consolare, a sollevare coloro che si trovano in particolari situazioni.
Gli anziani ci raccontano storie straordinarie,magari un po’ esagerate per cercare di
attirare la nostra attenzione.Ascoltiamo, purtroppo, anche brutte storie di abbandono, di solitudine, di maltrattamenti, specie in famiglia, di sofferenze estreme …
Una vita vissuta intensamente fatta ormai di ricordi,tanti ricordi.
Quanto amore! Quanto aiuto! Hanno dato ai propri figli, ai nipoti, agli amici, alle persone per sentirsi all’improvviso dimenticati, disprezzati, nell’indifferenza totale! Arrivano qui in Santuario accompagnati e parcheggiati qualche ora da badanti, da volontari o da qualche familiare, trovano conforto nella preghiera comunitaria, nella adorazione meditata, nella Santa Messa.
Si soffermano a chiacchierare con le suore e con noi, cercando qualcuno disposto ad ascoltarli. Basta veramente poco per farli sentire ancora vivi!
Quei volti segnati da così tante rughe profonde meritano rispetto e tanto, tanto affetto.
Bisogna dar loro un po’ di attenzione, un po’ del nostro tempo!
Insieme costruire la nostra storia su quei sani valori che Gesù e Maria ci hanno insegnato.
Qualcuno ha detto: “il rispetto reciproco non ha una data di scadenza”. Dobbiamo ricostruirlo faticosamente e custodirlo sempre più gelosamente nei nostri cuori.
C’è un messaggio di speranza, di fiducia reciproca, di carità infinita che ci da la gioia di sentirci ancora uniti e camminare insieme …
Maria Vergine di Fatima ci chiama, ci accoglie nel Suo Santuario, ci invita a pregare con fede il Suo Gesù, venuto qui in mezzo a noi ancora una volta per aiutarci.
Ascoltiamo la Sua Parola, la meditiamo insieme, la contempliamo, la facciamo nostra mentre lo Spirito Santo ci avvolge tutti in un circuito d’amore infinito.
Adorazione silenziosa, meditata ed accolta che ci trasforma e ci fa ritrovare la forza ed il coraggio spesso smarrito e soffocato da una esistenza fatta di solitudine.
Il sorriso di questi incontri forse allontanerà per qualche istante anche la tristezza e le sofferenze …
Enzo e Marisa Veraldi
Pellegrinaggio al Santuario della Mentorella
PELLEGRINAGGIO DELLA COMUNITA’ FILIPPINA DI SAN VITTORINO, AL SANTUARIO DELLA MENTORELLA
24 GIUGNO 2012
Il senso del pellegrinaggio è la costante ricerca di DIO da parte di tutti gli aderenti alla comunità. E’ la ricerca di un’esperienza comune che dia un senso alla propria vita; è soprattutto il cammino per l’amore fraterno verso tutti e l’amore incondizionato verso Dio, Gesù e la Madonna.
Il nostro è stato veramente “Il pellegrinaggio”: un cammino a piedi, tutti insieme, cantando, verso il Santuario della Mentorella dedicato a S. Maria delle Grazie, sulla vetta del monte Guadagnolo.
Il riempire il cestino delle nostre richieste e delle preghiere alla Madonna della Grazie, è stato il momento vivo, traboccante di Fede, di assoluta dedizione a Dio, che ha veramente dimostrato come tante persone diverse per cultura, stato, educazione, possano fondersi in una vera comunità cristiana, per dare agli altri testimonianza del Vangelo.
La Comunità Filippina di S. Vittorino è enormemente felice e grata per questi attimi di meditazione che i religiosi del Santuario della Madonna di Fatima di S. Vittorino hanno offerto a loro.
Un grazie particolare a Sr Marta, per la sua iniziativa, a Sr Jonita, a Sr Josiefe ed a P. Samuel, che hanno condiviso con noi le fatiche e gli attimi festosi di questa giornata luminosa.
Giancarlo Dottori