
Segreteria del Santuario
Santuario N.S. di Fatima Chiesa Giubilare
Costituzione delle Chiese Giubilari
In data 15 agosto il vescovo Mauro Parmeggiani ha reso note le chiese giubilari visitando le quali i fedeli potranno conseguire l’indulgenza plenaria, secondo le consuete indicazioni della Chiesa in materia e per la durata dell’anno giubilare ordinario 2025 (29 dicembre 2024 – 28 dicembre 2025).
Per la Diocesi di Tivoli, oltre alla cattedrale di San Lorenzo Martire, sono state costituite chiese giubilari: il santuario Beata Vergine delle Grazie di Quintiliolo, in Tivoli; Santa Maria delle Grazie Madonna della Mentorella, nel comune di Capranica Prenestina e il Santuario Nostra Signora di Fatima in San Vittorino Romano.
Per la Diocesi di Palestrina, oltre la cattedrale di Sant’Agapito Martire, sono costituite chiese giubilari il santuario Santa Maria del Buon Consiglio, in Genazzano e la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Pugliano, in Paliano.
Le Chiese Giubilare, sono le chiese segnalate come luoghi di ritrovo per i pellegrini. In queste chiese si terranno le catechesi nelle diverse lingue per riscoprire il senso dell'Anno Santo, ci sarà la possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione e nutrire l'esperienza di fede con la preghiera.
INDULGENZA PLENARIA
I pellegrini otterranno l’indulgenza plenaria nelle chiese giubilari anche partecipando ad una:
- Messa rituale per il conferimento dei sacramenti di iniziazione cristiana;
ad una celebrazione della Parola di Dio;
alla Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture, Lodi, Vespri);alla Via Crucis;
al Rosario mariano;al canto dell’Inno Akathistos;ad una celebrazione penitenziale che termini con le confessioni individuali dei penitenti.
I singoli fedeli, individualmente o in gruppo, potranno conseguire l’Indulgenza se visiteranno devotamente qualsiasi luogo giubilare e lì, per un congruo periodo di tempo, si intratterranno nell’Adorazione Eucaristica e nella meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede e invocazioni a Maria, Madre di Dio.
Voi digiunate tra litigi e alterchi..
La frase "Voi digiunate tra litigi e alterchi" risuona come un richiamo potente e profondo, proveniente da una tradizione spirituale che invita alla riflessione e all'autenticità. Questa espressione richiama un messaggio presente nei testi sacri, come nel Libro di Isaia, e denuncia il contrasto tra l'apparente osservanza religiosa e la mancanza di coerenza morale e spirituale.
Il contesto e il significato
Questa affermazione si riferisce al comportamento di coloro che praticano il digiuno, o qualsiasi altro rito religioso, senza però abbracciare i veri valori di pace, amore e giustizia. I "litigi e alterchi" rappresentano le contraddizioni di chi, pur cercando di avvicinarsi al divino attraverso il digiuno, si lascia coinvolgere in conflitti interpersonali e atteggiamenti che contraddicono lo spirito cristiano di riconciliazione.
Gesù, come sottolinea papa Francesco, «ha condannato questa proposta della pietà nei farisei, nei dottori della legge: fare tante osservanze esteriori, ma senza la verità del cuore». Il Signore dice infatti:
«Non digiunate più come fate oggi, cambiate il cuore. E qual è il digiuno che io voglio? Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, i senzatetto, vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti, facendo giustizia».
Questo, ha precisato il Papa, «è il digiuno vero, che non è soltanto esterno, un'osservanza superficiale, ma un digiuno che viene dal cuore».
Un insegnamento sempre attuale
L'insegnamento del Signore non è confinato a un'epoca specifica, ma risulta straordinariamente attuale anche nella nostra società moderna. Spesso, infatti, si cade nella trappola del formalismo, rispettando regole o tradizioni esteriori senza esaminare il proprio cuore o le proprie intenzioni. Questo monito invita a vivere i valori spirituali in profondità, rendendo il proprio comportamento coerente con la propria fede e le proprie convinzioni.
Il Pontefice ha inoltre sottolineato come, nelle tavole della legge, siano presenti sia i comandamenti relativi al rapporto con Dio sia quelli relativi al rapporto con il prossimo. Entrambi, hanno spiegato, vanno insieme:
«Io non posso dire: compio i primi tre comandamenti… e gli altri più o meno. No, sono uniti: l'amore a Dio e l'amore al prossimo sono un'unità, e se vuoi fare penitenza, reale e non formale, devi farla davanti a Dio e anche con il fratello, con il prossimo».
Basti pensare a ciò che scrive l'apostolo Giacomo: «Tu potrai avere tanta fede, ma la fede, se non fai opere, è morta; a che serve?»
Riflessione personale
Come possiamo applicare questo insegnamento oggi?
Possiamo iniziare con una domanda sincera: quanto le nostre azioni esterne riflettono le nostre convinzioni interiori?
È un invito a lavorare sulla coerenza tra fede, comportamento e relazioni umane, affinché la spiritualità non resti solo un insieme di pratiche esteriori, ma si traduca in gesti concreti di amore e giustizia.
Da qui la preghiera conclusiva rivolta da Francesco al Signore affinché accompagni «il nostro cammino quaresimale» facendo sì che «l’osservanza esteriore corrisponda a un profondo rinnovamento dello Spirito».
Dal Cuore del Rettore, Parole che Ispirano il Cammino.
Quest'anno la Quaresima che vivremo è nel segno della speranza. Di *una speranza che non delude* , come ci ha detto papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo (n. 2; cfr. Rm 5,1-2.5). In questo il patriarca Abramo rimane per noi un modello: «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli» (Rm 4,18). *Una speranza che osa* : che, come fece Ruth, che lasciò il suo popolo per seguire la suocera Noemi verso Betlemme, sa percorrere strade nuove, quelle che lo Spirito del Signore ci suggerisce. *Una speranza che geme* , perché - come scrive San Paolo - non godiamo ancora della salvezza piena e definitiva, e manteniamo lo sguardo fisso su essa, senza lasciarci prendere dalla disillusione del tempo che passa e dallo scoraggiamento del male nel mondo. Infine, *una speranza che dà vita* : perché - come ci chiede Gesù - siamo chiamati ad essere misericordiosi come il Padre (cfr. Lc 6,36) e la misericordia - termine che richiama le viscere materne - è sempre un coinvolgimento interiore che genera vita lì dove c'è la morte, lì dove l'amore vince il male e la discordia.
Se non siamo ancora all'altezza di questa speranza, questo tempo di grazia è davvero il tempo propizio - come scrive papa Francesco nel messaggio per la Quaresima - per la conversione: "quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. [...] Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all'impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?".
Buon cammino quaresimale! Padre Michele Babuin omv rettore del Santuario
Quaresima 2025 - Per fortuna c'è la Quaresima!
Celebrazione della Festa dei Pastorelli di Fatima: un incontro speciale con i bambini al Santuario
«Maria forse vuole lasciare alle giovani generazioni la certezza che Dio li raggiunge.» Padre Gian Matteo Roggio
Incontro per le Famiglie - San Giuseppe modello di Speranza
San Giuseppe custode della vita, permette al Dio fattosi uomo, un bambino inerme, «completamente dipendente dalle cure di un padre e di una madre» (così disse Papa Wojtyla a Betlemme nel marzo 2000) di crescere. È capace di essere padre anche di un figlio che non era suo nella carne. È un uomo pratico, capace di ascoltare la voce di Dio e di metterla in pratica, prendendo le giuste decisioni per il bene della sua famiglia.
Ore 10.00 Accoglienza
Ore 10.30 Conferenza dal tema:" San Giuseppe, modello di Speranza, per la famiglia". sr Giacinta Sguotti omvf
Ore 12.00 Santa Messa
Ore 13.00 Pranzo insieme. Il Santuario offre Il primo piatto e ciascuno porta qualcosa per il secondo.
Ore 14.30 preghiera conclusiva
*per i bambini è previsto il servizio babysitter*
Al Re piacerà la tua bellezza
Mi chiamo sr. Maria Valentina, sono nata e cresciuta a Roma e il 13 ottobre 2024 ho pronunciato il mio “Si per sempre” a Dio tra le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima. Lui l’aveva detto dall’Eternità. Tutto è cominciato parecchi anni fa quando ho capito che la vita non poteva essere sprecata.
“Dio ama ogni persona di un amore infinito. Sapere di essere amati cambia la vita”.
Questa è la mia storia d’Amore con Lui.
Sono nata e cresciuta in una famiglia mediamente cristiana. Ho ricevuto il dono del Battesimo e della Cresima accompagnata da una nonna terziaria francescana. Un fratello e una sorella, le preghiere della sera, la messa della domenica con tutta la famiglia, i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, la testimonianza di un amore che sa stare e restare anche di fronte alle difficoltà della vita, sono i doni che ho ricevuto da Dio attraverso i miei genitori.
Poi è arrivata l’esperienza scout che mi ha fatto “respirare” Dio senza sapermelo annunciare (ma lasciando in me il desiderio di un incontro personale con Lui) e mi ha plasmata ai valori cristiani della comunità e del servizio. Il basket all’oratorio delle suore Salesiane mi ha permesso, attraverso una suora (sr. Daniela), di scoprire che ero innamorata di Dio e dei giovani, ma non riuscivo ad ammetterlo.
L’entrata nella vita eterna a soli 19 anni di Graziella, un’amica scout, ha fatto entrare me nella Vita, quella Vera. Quello è stato il momento in cui ho capito che aveva senso solo Amare. Ma chi? Come?
Sono domande che mi hanno accompagnato per parecchi anni, ma non riuscivo a trovare una risposta che mi desse la pace. Cercavo l’Amore e non lo trovavo. La proposta di giocare in serie A2 di pallacanestro, un ragazzo con cui condividevo la passione per l’educazione, la laurea in architettura, niente mi soddisfaceva veramente. Un viaggio a Calcutta, tra i bambini disabili e abbandonati, i malati, le suore di Madre Teresa di Calcutta, mi ha donato l’opportunità di vivere l’incontro personale con Dio. Calcutta mi ha svelato uno dei volti di Dio, ma non è bastato. Sono tornata a Roma e ho cominciato a lavorare. In seguito, l’incontro con la Parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle, dove ho sperimentato la Chiesa viva, dove sono stata accompagnata spiritualmente e dove ho conosciuto la Misericordia, hanno fatto crescere in me il desiderio e mi hanno dato la consapevolezza e il coraggio, per dire Si alla chiamata che il Signore mi rivolgeva da molto tempo. Finalmente l’incontro con le suore Oblate di Maria Vergine di Fatima mi ha permesso di capire che Gesù era ed è qui per me, che non è tanto importante quello che faccio, ma che ogni cosa io la viva con Lui. Tra le oblate ho sperimentato la stessa gioia che avevo vissuto a Calcutta, quando nel silenzio di un’adorazione mi ero sentita profondamente Amata: questo il segno che Gesù era qui con me, questa la risposta che il mio cuore cercava. Finalmente ho trovato casa. Nessuno mi ha amato e mi ama come Lui: “ho trovato l’amato del mio cuore, lo strinsi fortemente e non lo lascerò”.
Tra le Oblate ho ritrovato tutti quei semi che Dio aveva sparso nella mia vita attraverso le persone e gli avvenimenti e che tenevano il mio cuore inquieto e mai soddisfatto delle proposte del mondo: l’offerta totale della vita, la salvezza dei fratelli (soprattutto giovani), la presenza fortissima di Maria Vergine. Il 13 ottobre ho dato voce al mio cuore che chiedeva di offrire la mia vita a Dio perché tanti giovani abbiano la vita in abbondanza, verso orizzonti senza confine. Sono felice.
Ringrazio Dio per avermi chiAmata e aspettata e ringrazio tutte le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima che nel tempo hanno detto quei Si, che hanno permesso di dire il mio SI.
Vita Consacrata dono alla Chiesa e al mondo
2 Febbraio Presentazione del Signore al Tempio - Giornata della Vita Consacrata.
La bellezza della vita consacrata
La vita consacrata è un mistero di amore e dono, un'esistenza che si eleva al di sopra delle logiche del mondo per abbracciare un orizzonte infinito. È un cammino di totale affidamento a Dio, un cuore che si fa culla del divino, accogliendo il richiamo a essere segno vivo della Sua presenza nel mondo.
Chi sceglie la vita consacrata vive nella semplicità e nella radicalità del Vangelo, testimoniando la forza di un amore che non conosce confini. È una vita che risponde al grido dei poveri, alla solitudine degli ultimi, alle ferite di un’umanità spesso smarrita. In ogni gesto quotidiano, nel silenzio della preghiera, nell’abbraccio di una comunità o nel servizio ai fratelli, si riflette il volto luminoso di Cristo.
Consacrarsi significa offrire tutto: i desideri, i sogni, le lacrime e le gioie, trasformandoli in perle preziose che brillano agli occhi di Dio. Ogni sofferenza accolta e ogni sacrificio donato diventano semi di speranza, che germogliano nel cuore di chi soffre e di chi cerca una luce nel buio.
La bellezza della vita consacrata risiede nell’essere testimoni di un amore che non chiede nulla in cambio, ma si dona senza misura. È la bellezza di uno sguardo che si posa sull’umanità con tenerezza, di mani che guariscono, di cuori che ascoltano. È il coraggio di vivere per l’Invisibile e di credere che, anche nel più piccolo gesto, si può costruire il Regno di Dio.
Chi vive questa vocazione porta nel mondo un canto silenzioso ma potente, un inno alla speranza, alla fedeltà e alla gioia. La vita consacrata è una perla rara, un segno che il cielo si china sulla terra, trasformando ogni cosa in un'offerta d’amore.
La vita consacrata, profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di Cristo Signore, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito. Con la professione dei consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù — vergine, povero ed obbediente — acquistano una tipica e permanente «visibilità» in mezzo al mondo, e lo sguardo dei fedeli è richiamato verso quel mistero del Regno di Dio che già opera nella storia, ma attende la sua piena attuazione nei cieli.
"Lungo i secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questa via di speciale sequela di Cristo, per dedicarsi a Lui con cuore «indiviso» (cfr 1 Cor 7, 34). Anch'essi hanno lasciato ogni cosa, come gli Apostoli, per stare con Lui e mettersi, come Lui, al servizio di Dio e dei fratelli. In questo modo essi hanno contribuito a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i molteplici carismi di vita spirituale ed apostolica che loro distribuiva lo Spirito Santo, e di conseguenza hanno pure concorso a rinnovare la società...A tutti gli uomini e le donne che vorranno ascoltare la mia voce, desidero far giungere l'invito a cercare le vie che conducono al Dio vivo e vero anche nei percorsi tracciati dalla vita consacrata. Le persone consacrate testimoniano che «chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, si fa anch'egli più uomo». Quante di esse si sono chinate, e continuano a chinarsi, come buoni samaritani sulle innumerevoli ferite dei fratelli e delle sorelle che incontrano sulla loro strada! Guardate a queste persone afferrate da Cristo, che indicano nel dominio di sé, sostenuto dalla grazia e dall'amore di Dio, il rimedio contro l'avidità di avere, di godere, di dominare. Non dimenticate i carismi che hanno plasmato meravigliosi «ricercatori di Dio» e benefattori dell'umanità, che hanno aperto vie sicure a coloro che cercano Dio con cuore sincero. Considerate il gran numero di santi cresciuti in questo genere di vita, considerate il bene fatto al mondo, ieri e oggi, da chi si è dedicato a Dio! Questo nostro mondo non ha forse bisogno di gioiosi testimoni e profeti della potenza benefica dell'amore di Dio? Non ha bisogno anche di uomini e donne che, con la loro vita e la loro azione, sappiano gettare semi di pace e di fraternità?"
San Giovanni Paolo II - Vita Consacrata -
"Gioia e Condivisione: Speranza e Famiglie Unite"
Giornata dedicata alla Famiglia presso il Santuario: Un Momento di Condivisione e Speranza
Una giornata speciale e arricchente si è svolta presso il Santuario, dedicata interamente alle famiglie che frequentano questa comunità. L'incontro ha visto una partecipazione entusiasta e numerosa, creando un'atmosfera calorosa di condivisione e riflessione.
Dopo un'accoglienza gioiosa, Sr. Giacinta omvf ha guidato il momento centrale della giornata, presentando i contenuti della Bolla di Indizione del Giubileo intitolata "Spes non confundit" (La speranza non delude). Con parole profonde e coinvolgenti, Sr. Giacinta ha sottolineato l'importanza di portare speranza nella vita quotidiana delle famiglie, anche nelle situazioni più complesse e difficil
Durante il suo intervento, Sr. Giacinta ha proposto delle "vie concrete della speranza" come strumenti preziosi per affrontare le sfide quotidiane. Ha invitato le famiglie a riscoprire la bellezza dei piccoli gesti d'amore, il valore del perdono e la forza della preghiera condivisa. Ha inoltre sottolineato l'importanza della solidarietà tra famiglie, come esempio tangibile di una comunità che si sostiene reciprocamente.
Condivisione in Gruppi: Una Rete di Esperienze
Successivamente, le famiglie sono state suddivise in piccoli gruppi per un momento di confronto e condivisione. Questo spazio ha permesso loro di raccontare esperienze personali, difficoltà affrontate e piccoli successi quotidiani, offrendo ispirazione e supporto reciproco. Gli scambi, profondi e sinceri, hanno mostrato la forza della comunità e il valore del dialogo tra famiglie.
Testimonianze e Preghiera Finale
La giornata è stata arricchita da testimonianze toccanti che hanno mostrato come la speranza possa trasformare anche le situazioni più complesse. L'incontro si è concluso con una preghiera comunitaria e una benedizione speciale per tutte le famiglie presenti, lasciando nei cuori dei partecipanti un rinnovato senso di pace e fiducia.
Un Cammino di Speranza e Comunità
Il Santuario continua a essere un punto di riferimento per le famiglie, offrendo occasioni preziose per la crescita spirituale e umana. Questa giornata ha rappresentato un importante passo nel cammino del Giubileo, invitando tutti a vivere la speranza come motore di cambiamento e gioia nella vita familiare.
Sabato 25 gennaio si è svolto il ritiro spirituale della Lanteri Humanitas, dal titolo "Con San Paolo, insieme missionari di speranza". È stata una giornata intensa e arricchente, dedicata alla riflessione, alla preghiera, alla condivisione e alla fraternità, che ha coinvolto i volontari dell' Associazione "Lanteri Humanitas", desiderosi di vivere un’esperienza di crescita spirituale e comunitaria.
L’incontro è stato guidato da padre Sergio Zirattu e suor Lucia Siciliano, che hanno sapientemente accompagnato i presenti attraverso momenti di meditazione e approfondimento sul messaggio di San Paolo, modello di missionarietà e speranza.
Il momento culminante del ritiro è stata la celebrazione eucaristica, presieduta da padre Oseni, che ha invitato i partecipanti a riflettere sul significato della missione cristiana nella vita quotidiana e sull’importanza di essere testimoni di speranza in un mondo spesso segnato da incertezze.
L’evento si è concluso in un clima di gioiosa fraternità, con l’auspicio che quanto vissuto durante la giornata possa continuare a ispirare il cammino spirituale e comunitario di ciascuno. Un’esperienza preziosa, che ha riaffermato il valore della fede condivisa e della missione evangelizzatrice.