Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

Carissimi fratelli e sorelle,

ci stiamo preparando con l’Avvento celebrare nella fede il mistero l’incarnazione, di Colui che ha creato il mondo con potenza e si è fatto bambino, creatura bisognosa, perché lo accogliamo nella nostra vita. In quell’abbassamento di Dio possiamo gustare il suo amore per ciascuno di noi. Egli, obbediente alla volontà del Padre e ripieno delle fiamme d’amore divino, entra nel mondo per salvarci con il dono di sé. Dono già prefigurato nella culla, nella quale mangiano gli animali; culla nella quale, invece, il bambino Gesù si dona a noi come alimento che sazia l’anima, prefigurazione del sacrificio della croce e dell’Eucaristia. Sostiamo davanti a Lui per assaporare il suo amore e saziarci di esso. Egli ci conosce per nome e desidera donarsi a ciascuno di noi. Sentiamo rivolte a noi le parole della Scrittura: «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4); «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele» (Ger 31,3).

Nel tu a tu con Lui, nell’incontro “cuore a cuore” con Gesù, l’esperienza del suo amore non può che suscitare in noi la risposta generosa e coraggiosa del nostro amore, divenendo canali di amore per i fratelli. Allora tutto cambia. Diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice, di costruire in questo mondo il Regno d’amore e di giustizia. Col nostro amore, attinto da Cristo, anche il mondo può cambiare. Cominciamo per primi a cambiarlo vincendo il male con il bene, l’offesa con il perdono, l’ingiustizia con la giustizia dell’amore. È in quel Cuore di Cristo, che si è incarnato per noi e si offrirà sulla croce, facendo sgorgare dal suo costato trafitto sangue ed acqua, che riconosciamo noi stessi e impariamo ad amare con il suo stesso amore. Non abbiamo paura ad offrirci al suo amore! Di rimuovere gli ostacoli che poniamo all’amore di Cristo ed essere trasformati in canali del suo amore!

Padre Michele Babuin Rettore del Santuario N.S. di Fatima

Il Santuario Nostra Signora di Fatima a San Vittorino ha ospitato un pittoresco Mercatino di Natale, organizzato con passione dai volontari della Lanteri Humanitas a favore delle missioni dei Padri omv e delle Suore omvf . Questo evento si è rivelato un'importante occasione per la comunità di condividere lo spirito natalizio e sostenere un nobile causa: “Le Missioni in Brasile, Sry Lanka, Nigeria”.

All'interno del mercatino, le bancarelle erano adornate con decorazioni festive, offrendo una vasta gamma di prodotti artigianali, creazioni originali realizzate con cura. I visitatori hanno avuto l'opportunità di acquistare regali unici e particolari sapendo che il ricavato contribuirà a far sorridere molti volti, portando gioia e speranza a chi ne ha più bisogno. Grazie al sostegno di tutti, possiamo fare una grande differenza nelle vite di tante persone.

L'intero ricavato del mercatino è stato destinato a sostenere i progetti della Lanteri Humanitas per le missioni, sostenendo il prezioso lavoro dei missionari impegnati nelle comunità più bisognose. Questa raccolta fondi ha permesso di finanziare progetti di sviluppo, assistenza sanitaria e istruzione, contribuendo a migliorare la qualità della vita di molte persone. Un'iniziativa che dimostra come sia possibile coniugare la solidarietà con il divertimento, creando un'atmosfera natalizia davvero speciale.

Uno dei volontari della Lanteri Umanitas ha espresso la sua gratitudine: "Siamo immensamente grati a tutti coloro che hanno partecipato e sostenuto il nostro mercatino. Grazie al loro contributo, possiamo continuare a portare speranza e aiuto a chi ne ha più bisogno."

Il Santuario Nostra Signora di Fatima, è stato il perfetto sfondo per questo evento, offrendo un'atmosfera di pace e raccoglimento. Il mercatino ha rafforzato il senso di comunità, unendo persone di tutte le età nel segno della solidarietà e della carità.

L'evento ha dimostrato come la generosità e l'impegno possano fare una grande differenza. I visitatori hanno lasciato il mercatino con il cuore pieno di gioia e la consapevolezza di aver contribuito a una causa importante.

Grazie all'impegno dei suoi volontari, nell'Associazione vengono organizzate numerose attività e iniziative, come il mercatino di Natale, che permettono di raccogliere fondi e sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della solidarietà e dell'inclusione.

L'associazione desidera ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di tale evento benefico: I volontari, le suore omvf, i padri omv che hanno offerto la sala, i visitatori e tutti coloro che hanno donato il loro tempo e le loro energie. Grazie a voi, si è potuto vivere una giornata di festa all'insegna della solidarietà.

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"In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte." Matteo 24:29  

Queste parole di Gesù, cariche di mistero e di potenza, ci invitano a riflettere sulla fine dei tempi e sul nostro ruolo di credenti in attesa del ritorno del Signore. Immagini forti, quasi apocalittiche, ci parlano di sconvolgimenti cosmici e di eventi che sconvolgeranno l'ordine del mondo. Ma cosa vogliono dirci veramente queste parole?

La parabola della pianta di fico ci offre una chiave di lettura essenziale. Il germogliare della pianta ci indica l'arrivo dell'estate, così come i segni che vedremo ci annunceranno la vicinanza del Regno di Dio. "Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte." (Mt 24,33)

Questi segni non sono solo eventi cosmici, ma anche cambiamenti sociali, politici e spirituali che segnano la storia dell'umanità. Possono essere guerre, disastri naturali, ma anche risvegli di coscienza, atti di giustizia e manifestazioni di amore.

Ma allora, come possiamo interpretare queste profezie?

Non come una tabella di marcia: Gesù ci invita a essere vigilanti, non a diventare ossessionati da date precise o da dettagli apocalittici.Come un invito alla conversione: Questi segni ci spingono a riconsiderare la nostra vita, a convertirci e a prepararci all'incontro con il Signore.Come una promessa di speranza: Anche di fronte alle avversità, la nostra fede ci assicura che Cristo verrà a riscattare il mondo e a portare la salvezza.

Cosa significa essere vigilanti oggi?

Coltivare la preghiera: La preghiera ci mantiene connessi a Dio e ci aiuta a discernere i segni dei tempi.Vivere la carità: L'amore verso il prossimo è il segno distintivo dei cristiani e ci prepara all'incontro con Cristo.Testimoniare il Vangelo: Annunciare la buona notizia di Gesù è il nostro compito più importante.

"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno." (Mt 24,35)

Il cristiano è sempre attuale, perchè fonda il suo giudizio e il suo discernere i tempi alla luce della Parola, stabile come il cielo. Le parole di Gesù sono eterne e ci indicano la via della salvezza. Siamo nati e non moriremo mai più, come ci ricorda Chiara Corbella Petrillo, Nel Cristo la pienezza della vita ha fatto comunione con la caducità dell'uomo e della storia. Siamo chiamati a un attesa operosa. Questo regno di Dio si compirà in un giorno e in un'ora che non ci è dato conoscere. In realtà è già presente in mezzo a noi, è già misteriosamente operante. Dobbiamo imparare a riconoscervi i germogli, le fioriture discrete, imparare a prendercene cura. Cerchiamo di vivere ogni giorno con fede e amore. Solo così potremo guardare al futuro con serenità e ritrovare gioia e speranza, rinnovando la nostra capacità di amare come Gesù ha fatto. Restiamo allora saldi nella fede in Cristo, uniti nella Chiesa. Anche di fronte agli sconvolgimenti del mondo, la nostra fede rimane salda e la speranza nel futuro non si affievolisce. siamo chiamati a vivere la nostra vita come un pellegrinaggio verso la patria celeste. Teniamo gli occhi fissi su Cristo, che ci guida verso la vita eterna. In mezzo alle tribolazioni e ai cambiamenti, ricordiamoci che il nostro Dio è fedele. Egli ha promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi. In ogni sfida, possiamo trovare forza nella Sua presenza e speranza nella Sua promessa di redenzione. Viviamo dunque con fiducia, sapendo che il nostro Signore verrà e porterà luce e pace in ogni angolo oscuro del nostro mondo.

24 settembre 1977

Angelo e Donata si consacrano a Dio nel matrimonio... tanta gioia nel cuore, che vede coronato il grande sogno d'amore... da quel giorno iniziò la nostra vita insieme, una vita colma di tante benedizioni, prima fra tutte il dono di 4 figli, oggi adulti, e di 3 nipoti, che sono arrivati come raggi di sole, sono la nostra gioia!

Pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo -Monte sant'Angelo -14-15-16 Novembre 2024 - Guidato da Padre Vincenzo Voccia omv

La famiglia secondo il volere di Dio: un progetto divino per l'umanità.

La famiglia, nella prospettiva cristiana e in molte altre tradizioni religiose, è vista come una delle istituzioni più sacre volute da Dio. Essa rappresenta il fondamento della società, non solo dal punto di vista umano, ma anche spirituale. Il progetto divino per la famiglia si fonda sull’amore, sulla fedeltà e sul dono della vita, offrendo una visione profonda e significativa delle relazioni umane.

La famiglia nel disegno di Dio

La Bibbia ci insegna che la famiglia è parte integrante del disegno di Dio per l’umanità. Nel libro della Genesi, Dio crea l’uomo e la donna a Sua immagine, stabilendo il matrimonio come unione sacra tra i due: “Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne” (Genesi 2:24). Questo versetto evidenzia l’idea che il matrimonio, e quindi la famiglia, sia un'unione voluta e benedetta da Dio, una realtà indissolubile basata sull’amore e sul rispetto reciproco.

La famiglia è il luogo in cui l’amore di Dio si manifesta attraverso la relazione tra marito, moglie e figli. I genitori sono chiamati a essere collaboratori di Dio nel dare la vita e nell’educare i propri figli, trasmettendo loro i valori cristiani e la fede. La famiglia, dunque, diventa un microcosmo della comunità ecclesiale, dove si sperimenta l’amore di Dio in modo concreto e quotidiano.

Il Sacramento del Matrimonio

Nel cristianesimo, il matrimonio è considerato un sacramento, cioè un segno visibile della grazia invisibile di Dio. Attraverso questo sacramento, i coniugi sono chiamati a vivere la loro unione come segno dell’amore di Cristo per la Chiesa. Nella Lettera agli Efesini, San Paolo scrive: “Mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Efesini 5:25). Questo amore è sacramentale, perché riflette l’amore di Dio per l’umanità, un amore che è totale, gratuito, fedele e fecondo.

La fecondità è un altro aspetto fondamentale della famiglia secondo il volere di Dio. Nel matrimonio, l’amore tra marito e moglie è aperto alla vita, seguendo il comandamento divino di “crescere e moltiplicarsi” (Genesi 1:28). I figli sono considerati un dono prezioso, un segno della benedizione di Dio e un prolungamento dell’amore coniugale. L’educazione dei figli non è solo un compito materiale, ma anche spirituale: i genitori sono chiamati a trasmettere la fede e i valori morali, educando i loro figli a essere buoni cristiani e cittadini.

Il ruolo dei genitori

Secondo il volere di Dio, i genitori hanno una missione particolare all’interno della famiglia. Essi sono chiamati a essere i primi educatori dei loro figli, non solo insegnando loro le competenze per la vita, ma soprattutto guidandoli spiritualmente. Nelle Scritture, il libro dei Proverbi dice: “Insegna al ragazzo la via da seguire, ed egli non se ne allontanerà nemmeno da vecchio” (Proverbi 22:6). Questo sottolinea l'importanza di fornire una base solida di fede e valori morali sin dalla giovane età.

I genitori cristiani sono chiamati a vivere il loro ruolo con responsabilità, aiutando i figli a riconoscere la presenza di Dio nella loro vita e a seguire il suo volere. La preghiera in famiglia, la partecipazione alla vita della Chiesa e l’insegnamento delle Scritture sono elementi fondamentali per mantenere viva la fede all’interno della famiglia e garantire una crescita spirituale armoniosa.

La famiglia come Chiesa domestica

Nella visione cristiana, la famiglia è spesso definita come "Chiesa domestica". Questo significa che ogni famiglia cristiana è chiamata a essere un luogo di fede, amore e servizio, riflettendo in piccolo quello che la Chiesa rappresenta a livello universale. La Chiesa domestica è il primo ambiente in cui si sperimenta la presenza di Dio e in cui si coltivano le virtù cristiane, come l’amore, la pazienza, la generosità e il perdono.

Come Chiesa domestica, la famiglia non è solo un luogo di crescita individuale, ma anche un luogo di missione. I membri della famiglia sono chiamati a testimoniare l’amore di Dio nel mondo, vivendo il Vangelo nelle loro relazioni quotidiane e impegnandosi nel servizio agli altri. In questo senso, la famiglia è una piccola comunità di fede che contribuisce alla costruzione del Regno di Dio nella società.

La sfida della famiglia oggi

Nella società contemporanea, la famiglia secondo il volere di Dio si trova di fronte a molte sfide. Le pressioni sociali, economiche e culturali possono minare i valori tradizionali della famiglia, rendendo più difficile vivere il progetto divino nel mondo moderno. Tuttavia, la Chiesa continua a sostenere e incoraggiare le famiglie a rimanere fedeli alla loro vocazione, offrendo sostegno spirituale e risorse pratiche per affrontare le difficoltà.

Inoltre, la famiglia cristiana è chiamata a essere un segno di speranza e di unità in un mondo frammentato. Vivere l'amore di Dio nelle relazioni familiari non solo fortifica i legami interni, ma offre anche una testimonianza potente all’esterno, mostrando che è possibile costruire una società basata sull’amore e sulla solidarietà.

Conclusione

La famiglia, secondo il volere di Dio, è molto più che un'unità sociale: è un luogo sacro in cui l'amore, la vita e la fede si intrecciano per realizzare il progetto divino. Attraverso il sacramento del matrimonio, la famiglia diventa una riflessione dell'amore di Dio per l’umanità, offrendo una testimonianza concreta del Vangelo. In un mondo sempre più complesso, la famiglia cristiana è chiamata a rimanere un punto fermo, vivendo il progetto divino con fedeltà e trasmettendo la luce dell'amore di Dio alle future generazioni.

Ore 10.00 Accoglienza
Ore 10.30 Incontro: “la nostra famiglia: punto di partenza o di arrivo?”.
11.30: Confronto in gruppi
12.00 S. Messa in Santuario
13.00 Pranzo insieme (la pasta è offerta dalla comunità dei padri e delle suore)
15.00 Condivisione e preghiera finale

[NB. per il bambini è prevista la presenza di giovani animatori.

I ritiri sono aperti a giovani e adulti che abbiano il desiderio di vivere momenti di riflessione, condivisione e relazioni fraterne in un contesto di particolare bellezza quale il Santuario N.S. di Fatima - San Vittorino

Il Vangelo di Luca ha delle caratteristiche particolari che lo differenziano in modo sostanziale dagli altri tre scritti che raccontano la vita di Gesù.

Come possiamo leggere dalle prime righe, Luca scrive con l'intenzione di fornire una narrazione ordinata che dimostri la dondatezza dei fatti raccontati. Luca scrive con l'attitudine dello storico e riporta in maniera lineare tanti dettagli che gli altri autori dei Vangeli tralasciano. Il suo obiettivo chiaro sin dall'inizio è il presentare in maniera quasi pragmatica l'unica persona che può salvare l'umanità, ovvero Gesù, il Figlio di Dio.Interessante notare che scrive a un certo Teofilo, al quale indirizzerà anche lo scritto degli Atti. Teofilo è un nome greco che si potrebbe tradurre con "amico di Dio", oppure " colui che ama Dio": per estensione possiamo dire che gli scritti di Luca sono diretti a tutti coloro che cercano Dio e vogliono entrare in relazione con Lui.

Luca, medico di professione ed evangelista per chiamata, fu amico e compagno di viaggio dell’apostolo Paolo. Come uomo di scienza, però non nega il miracolo, anzi si inchina davanti all’onnipotenza del Signore e ci presenta il mistero del concepimento sovrannaturale di Gesù in Maria, per opera dello Spirito Santo. Il suo Vangelo è proprio quello che riporta il maggior numero di guarigioni operate dal divino Medico.

.Consideriamo adesso il contenuto di questo Vangelo.

Il Vangelo di Luca è ricco di dettagli che non troviamo negli altri Vangeli: solo per ricordarne alcuni, vi troviamo le circostanze del concepimento e della nascita di Giovanni il Battista e del Messia Gesù, nonché della fanciullezza di Gesù (capitoli 1-2), l’episodio della peccatrice pentita che precede la parabola dei due debitori (7:36-50), la parabola del buon samaritano (10:25-37), quella del ricco stolto (12:13-21), del gran convito (14:15-24), di colui che, perduto, viene ritrovato (15:1-32), del fattore infedele (16:1-17), del giudice iniquo (18:1-8), del fariseo e del pubblicano che vanno al tempio a pregare (18:9-14). Citiamo infine il colloquio avvenuto sulla via di Emmaus (24:13-35) e il racconto dell’ascensione (24:50-53).

 13 Ottobre 2024

La Tematica del Ritiro sarà il Vangelo di Luca

Ore 10,15 Conferenza spirituale Sala del Rosario
Adorazione Eucaristica e confessioni
Ore 13.00 Pranzo al sacco
Ore 14.30 Santo Rosario
Ore 15.30 Gruppi di condivisione
Ore 16.30 Assemblea conclusiva

Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s'inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a « prendere il largo » (« duc in altum! ») per ridire, anzi 'gridare' Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come « la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6), come « traguardo della storia umana, il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà ».(Rosarium Virginis Marie)

La preghiera del Santo Rosario è al cuore dei messaggi che la Madonna ha trasmesso ai tre pastorelli portoghesi nelle sue apparizioni nel 1917.

Nel contesto delle apparizioni di Fatima nel 1917, la preghiera del Santo Rosario emerge come un elemento centrale nei messaggi che la Madonna ha trasmesso ai tre pastorelli: Lucia, Francisco e Giacinta Questi eventi, che hanno segnato profondamente la spiritualità cattolica, non solo hanno richiamato l’attenzione sul valore della preghiera, ma hanno anche sottolineato l'importanza della devozione mariana.

Le apparizioni di Fatima si sono svolte tra maggio e ottobre 1917, in un periodo caratterizzato da tensioni politiche e sociali, soprattutto in Europa. La Madonna si è manifestata ai pastorelli per incoraggiarli a pregare e a convertire i cuori. Durante queste apparizioni, ha esortato i bambini a diffondere il messaggio della pace, della penitenza e della preghiera, invitandoli a rivolgersi a Dio attraverso il Rosario.

-13 maggio: “Recitate il Rosario tutti i giorni, per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra”

-13 giugno: “Voglio che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni”.

-13 luglio: “Voglio che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto così Ella lo potrà aiutare. Quando recitate il Rosario, dite alla fine di ogni decina: ‘O Gesù, perdona le nostre colpe; preservaci dal fuoco dell’inferno; porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia’”.

-19 agosto: “Voglio che continuiate a dire il Rosario tutti i giorni”.

-13 settembre: “Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra”.

-13 ottobre: “Io sono la Madonna del Rosario, che continuino a recitare la Corona tutti i giorni”.

La preghiera del rosario, con la sua struttura di preghiere ripetitive e meditazioni sui misteri della vita di Cristo e della Vergine Maria, offre un momento di riflessione profonda e di connessione spirituale. La Madonna ha raccomandato questa pratica come mezzo per affrontare le sfide del mondo, per chiedere la conversione dei peccatori e per invocare la pace nel mondo.

La ripetizione delle Ave Maria, accompagnata dalla meditazione sui misteri, permette di entrare in un dialogo intimo con Dio. La Madonna ha sottolineato l'importanza di questa preghiera non solo per la propria vita spirituale, ma anche per il bene dell'umanità.

Tra i messaggi chiave della Madonna a Fatima, l'invito alla preghiera è stato accompagnato da un forte richiamo alla penitenza e alla conversione. Il Rosario diventa quindi un atto di amore, un modo per offrire al Signore le proprie tribolazioni e le proprie speranze. La Madonna ha chiarito che, attraverso la preghiera, è possibile intercedere per gli altri e contribuire a portare la luce di Dio nelle tenebre del mondo. «Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra» (Fatima 13 Maggio 1917)

Lucia, Francisco e Jacinta hanno vissuto intensamente gli insegnamenti ricevuti dalla Madonna. I due più giovani, Francisco e Jacinta, hanno abbracciato la penitenza e la preghiera del Rosario con fervore. La loro vita è diventata un esempio luminoso di dedizione e fede, dimostrando come anche i più piccoli possano avere un grande impatto nel mondo spirituale.

La preghiera del Santo Rosario, come suggerito dalla Madonna a Fatima, rimane un faro di speranza e un potente strumento di intercessione. In un mondo spesso caotico e incerto, questo semplice atto di fede continua a richiamare milioni di persone verso una vita di preghiera, riflessione e pace. Rivolgerci a Maria attraverso il Rosario significa riscoprire la bellezza di una fede viva e operante, capace di trasformare i cuori e di illuminare il cammino verso Dio.

 La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un'umana somiglianza che evoca un'intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria. Gli occhi del suo cuore si concentrano in qualche modo su di Lui già nell'Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo; nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti. Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si portano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia (cfr Lc 2, 7).

Da allora il suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui. Sarà talora uno sguardo interrogativo, come nell'episodio dello smarrimento nel tempio: « Figlio, perché ci hai fatto così? » (Lc 2, 48); sarà in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell'intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana (cfrGv2, 5); altre volte sarà uno sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della 'partoriente', giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell'Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a Lei consegnato nel discepolo prediletto (cfr Gv 19, 26-27); nel mattino di Pasqua sarà uno sguardo radioso per la gioia della risurrezione e, infine, uno sguardo ardente per l'effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste (cfr At 1, 14).

 

 

Ci sarà idealmente tutto il popolo mondiale della pace insieme con il Papa, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, domenica pomeriggio alle 17, a recitare il Rosario. Iniziativa straordinaria annunciata da Francesco mercoledì scorso nella Messa di apertura del Sinodo. Cui si aggiunge la giornata di lunedì 7 ottobre dedicata al digiuno e alla preghiera (senza particolari eventi), nell’anniversario della inumana strage perpetrata da Hamas ai danni dei cittadini israeliani, tra i quali anche molti bambini.

Tutti gli occhi, dunque, saranno puntati sull’icona dalla Salus Populi Romani nella Basilica liberiana cara al Pontefice, per invocare che cessi il fragore delle armi. A cominciare dagli occhi dei partecipanti al Sinodo, che si uniranno al Vescovo di Roma, raccogliendo così il suo invito a pregare insieme in questo momento così preoccupante. «Per invocare dall'intercessione di Maria Santissima il dono della pace - aveva annunciato papa Bergoglio mercoledì scorso -, domenica prossima (oggi per chi legge, ndr) mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo». «Fratelli e sorelle - aveva aggiunto nel corso dell'omelia - riprendiamo questo cammino ecclesiale (cioè il Sinodo, ndr) con uno sguardo rivolto al mondo, perché la comunità cristiana è sempre a servizio dell’umanità, per annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Ce n’è bisogno, soprattutto in quest’ora drammatica della nostra storia, mentre i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e nazioni».

Il Papa ha ricevuto Raphael Bedros XXI Minassian, patriarca di Cilicia degli Armeni in Libano. Nel frattempo il tema della pace è risuonato più volte nell’Aula Paolo VI in Vaticano dove è in corso l’assemblea sinodale. E ieri se n’è avuta conferma anche nel corso del briefing giornaliero in Sala Stampa. Particolarmente toccante la testimonianza di Mounir Khairallah, vescovo di Batrun dei Maroniti (Libano), cui alcuni uccisero madre e padre quando aveva cinque anni, lasciandolo orfano insieme ad altri tre fratelli e sorelle dai due ai sei anni. Le sue sono state però parole di perdono. Un perdono insegnatogli da una zia religiosa, che accolse in convento i quattro nipotini. «Ci disse: “Non preghiamo tanto per i vostri genitori, sono martiri presso Dio; preghiamo piuttosto per quello che li ha assassinati e cercate di perdonare nel corso della vostra vita. Così sarete i figli del vostro Padre che è nei cieli”». «Noi libanesi - ha aggiunto il vescovo - vogliamo sempre condannare l’odio, la vendetta, la violenza. Vogliamo costruire la pace. Siamo capaci di farlo. La guerra ci è stata imposta, ma il Libano è un “Paese-messaggio”, come diceva sempre san Giovanni Paolo II. Un Paese messaggio di convivialità, di libertà, di democrazia, di vita nel rispetto delle diversità. Anche papa Francesco è convinto di questo». Il Libano «è un messaggio di pace e dovrebbe restare un messaggio di pace - ha proseguito il presule -. È l’unico Paese nel Medio Oriente dove possono vivere insieme cristiani, musulmani, ebrei, nel rispetto delle loro diversità, in una nazione che è una “nazione modello”, come diceva papa Benedetto XVI. Noi libanesi vogliamo sempre condannare l’odio, la vendetta, la violenza. Vogliamo costruire la pace. Siamo capaci di farlo». Quanto alla stretta attualità, il vescovo ha rimarcato: «Purtroppo il mondo tace oppure dà il semaforo verde a tutte queste violenze perché ci sono troppi interessi politici ed economici. Ma nonostante tutto quello che succede - 50 anni di guerra cieca, selvaggia -, noi come popoli di tutte le culture di tutte le confessioni, vogliamo la pace. Lasciamo da parte i nostri politici, i nostri e quelli del mondo, le grandi potenze: loro fanno i loro interessi sulla nostra pelle. Però noi come popoli non vogliamo tutto questo: lo rifiutiamo. Verrà il giorno che avremo l’occasione di dire la nostra parola al mondo intero: basta con questa vendetta, con questo odio, con queste guerre. Lasciateci costruire la pace almeno per i nostri bambini».

La voce del vescovo libanese non è isolata. Anche l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che è a Roma per il Sinodo e che pregherà con il Papa per la pace, ai media vaticani ricorda: «È già il terzo anno che viviamo nel contesto di questa orribile guerra che il Papa ha chiamato “sacrilega”, e “blasfema”. Oggi, come diceva san Paolo, siamo diventati uno spettacolo per il mondo che guarda la tragedia dell’Ucraina e non sa cosa fare con questa tragedia».

Un appello urgente per la pace da parte di tutto il Sinodo è emerso venerdì pomeriggio. I partecipanti all’assise, come riferito nel briefing, hanno condannato «tutti i fondamentalismi: e la causa principale di tutti i mali», ovvero il commercio di armi. «Ogni volta che parte un missile, qualcuno si arricchisce». Una sottolineatura che spesso ritorna anche nelle parole del Papa. (Avvenire Mimmo Muolo sabato 5 ottobre 2024)

Sante Messe ore 8.30 - 10.00 - 18.00
Rosario 9.00 - 10.30 - 17.30
Adorazione Eucaristica 10.30 / 12.00 -15.30 / 18.00

«Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede?». Benedetto XVI

L’ultima apparizione della Madonna a Fátima avvenne il 13 ottobre 1917, segnando uno degli eventi più significativi e documentati nella storia delle apparizioni mariane. Questo fenomeno ebbe luogo a Fátima, un piccolo villaggio portoghese, dove, a partire dal 13 maggio dello stesso anno, tre pastorelli – Lucia dos Santos e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto – riferirono di aver visto più volte la Madonna, che essi descrivevano come "una Signora più splendente del sole".

Il contesto delle apparizioni

Le apparizioni di Fatima iniziarono nel pieno della Prima Guerra Mondiale, in un periodo di grande instabilità politica e sociale in Europa. Il Portogallo, come molte altre nazioni, era segnato dalla guerra, dalla povertà e da un crescente laicismo, fattori che contribuirono a creare un clima di tensione.

In questo contesto, i tre giovani pastorelli riferirono di avere visioni celesti che richiamavano la conversione, la preghiera e la penitenza come mezzi per riportare pace e fede nel mondo. Secondo il racconto dei bambini, la Madonna apparve loro sei volte, tra maggio e ottobre del 1917, chiedendo loro di pregare il Rosario ogni giorno per ottenere la fine della guerra e promettendo loro che nell’ultima apparizione si sarebbe manifestato un grande miracolo.

L’evento del 13 ottobre 1917

L’apparizione del 13 ottobre 1917 è nota per essere stata accompagnata dal cosiddetto "Miracolo del Sole". Quel giorno, una folla di circa 70.000 persone si era radunata nella Cova da Iria, una valle vicina a Fátima, attratta dalle voci che annunciavano un segno miracoloso. Il giorno era piovoso e il terreno era fangoso, ma intorno a mezzogiorno, secondo i testimoni, la pioggia cessò improvvisamente e il sole iniziò a "danzare" nel cielo, compiendo movimenti irregolari e cambiando colore, dando l'impressione di precipitare verso la terra prima di tornare al suo posto normale. L'evento fu osservato da persone di diversa estrazione sociale e culturale, credenti e non credenti, e fu documentato da giornalisti e fotografi presenti sul posto. E la Madonna del Rosario si congeda, per l’ultima volta, dai suoi tre confidenti. La visione è più splendente del sole! Mentre i fanciulli contemplano estatici, ha inizio il miracolo annunciato: stupendo come nessuno avrebbe osato sperare.

Il messaggio di Fatima
Durante le apparizioni, la Madonna trasmise ai tre bambini un messaggio diviso in tre parti, conosciuto come il "Segreto di Fatima". Le prime due parti riguardavano la visione dell'inferno e la richiesta di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato, al fine di prevenire guerre e persecuzioni della Chiesa. La terza parte, inizialmente non rivelata, fu resa pubblica solo nel 2000 e conteneva una visione simbolica di un attentato contro un "vescovo vestito di bianco", interpretato come un riferimento all’attentato contro Papa Giovanni Paolo II nel 1981. Ogni apparizione mariana ha in genere un messaggio fondamentale che la Beata Madre rivela ai veggenti. Ad esempio, quello di Nostra Signora di Fatima a tre pastorelli nel 1917 potrebbe essere riassunto in preghiera, penitenza e riparazione.

L’eredità di Fatima
Le apparizioni di Fátima hanno lasciato un segno profondo nella spiritualità cattolica e hanno dato origine a un movimento di preghiera e devozione mariana che si è diffuso in tutto il mondo. La Madonna di Fátima è venerata come simbolo di pace e speranza, e il Santuario di Fátima è oggi una delle principali mete di pellegrinaggio internazionale. Il significato delle apparizioni è stato riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa cattolica nel 1930, e nel 2017, nel centenario delle apparizioni, Papa Francesco ha canonizzato i due pastorelli Francisco e Jacinta, elevandoli a modello di santità per i fedeli di tutto il mondo. Le apparizioni di Fátima, e in particolare l'evento del 13 ottobre, continuano a essere una fonte di fede e ispirazione, invitando alla preghiera, alla conversione e alla ricerca della pace nel mondo.

«Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: “Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… (Benedetto XVI)

Dio è sempre alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini, e tanto più lo fa qui, a Fatima, servendosi di tre piccoli fanciulli. Quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (Memorie di Suor Lucia, I, 162)».

Ai giornalisti, sull’aereo in volo da Roma a Lisbona, rispondendo a una domanda sul terzo segreto e sulla possibilità di inserire nella visione della Chiesa perseguitata anche le sofferenze della Chiesa di oggi a causa di innumerevoli peccati, Benedetto XVI disse: «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio è anche che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo lo vediamo sempre ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. E che la Chiesa ha quindi profondo bisogno di riparazione, la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Dobbiamo imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza, le virtù teologali e che il male attacca anche dall’interno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che finalmente il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia. La bontà di Dio è sempre l’ultima risposta della storia». (Benedetto XVI – Vatican va)

Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità. (Fonte: vatican.va)

Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non a un dio qualsiasi, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore portato fino alla fine (cfr. Gv 13, 1), in Gesù Cristo crocifisso e risorto”. Benedetto XV

Il messaggio di Fatima “illumina la fede, la vita della chiesa e la storia del mondo” ( Cardinale Angelo Bagnasco)

E che la luce della speranza mai si spenga nei cuori. Che ogni passo verso la giustizia e la fraternità sia sostenuto dall'amore e dalla compassione. La Vergine di Fatima vegli su di noi, guidandoci verso un mondo dove regnano la pace, la comprensione e la vera unità. Che le divisioni si dissolvano e, finalmente, l'umanità si ritrovi unita sotto un unico cielo di pace e fede.

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