Segreteria del Santuario

Segreteria del Santuario

Carissimi,
la Quaresima è il tempo propizio per ritrovare la giusta rotta della vita, perché nel suo percorso, come in ogni cammino ciò che realmente conta è non perdere mai di vista la meta. Ogni tappa della vita è un tempo per amare, credere e sperare. E’ un tempo adeguato di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto.

Anche quest’anno dunque è arrivato il Mercoledì delle Ceneri. Durante la celebrazione liturgica ci avvicineremo al sacerdote e ci inchineremo per ricevere l’imposizione delle ceneri. Ma chiediamoci: che senso ha questo rito, questo gesto, che ogni anno immancabilmente si ripete? Che cosa rappresenta per ognuno di noi? Un rito magico? Un quietarsi la coscienza? O un semplice ma terribile gesto abitudinario? Non si tratta certo di mero ritualismo, ma un qualcosa di assai più profondo, che tocca il nostro cuore.
Riflettiamo pertanto sull’invito di Gesù: «Convertitevi e credete nel Vangelo», o sul monito ispirato nel libro della Genesi: «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai». Parole forti che ci fanno riflettere su quanto sia fragile e precaria la nostra vita, pensiamo alla pandemia Covid, come improvvisamente ha cambiato le nostre abitudini, le nostre relazioni. Un piccolo virus che ha messo in ginocchio il mondo intero.
Questo cammino quaresimale, che ci apprestiamo a percorrere, possa essere per noi davvero tempo di vera e sincera conversione, per scoprire con stupore e riconoscenza la tenerezza di Dio che ci cerca.

San Josemaría osservava: «La liturgia della Quaresima assume a volte toni drammatici, conseguenza della meditazione su ciò che significa per l’uomo allontanarsi da Dio. Ma non è questa l’ultima parola. L’ultima parola la dice Dio, ed è la parola del suo amore salvifico e misericordioso e, pertanto, la parola che dichiara la nostra filiazione divina». Le nostre pratiche religiose non devono essere pratiche puramente moralistiche, ma devono indicare un qualcosa di più profondo, di più vero, favorendo l’apertura a una dimensione che ci avvicina sempre più all’eterno. La pratica cristiana la si comprende dentro questa relazione, non “Io” ma “Noi”. Essa è sempre un incontro con un qualcuno che ci apre alla relazione.
Perché digiuno? Per far vedere quanto sono bravo/a e osservante?
Il digiuno non è fine a se stesso, ma mi deve rendere solidale con chi veramente vive nella povertà e i morsi della fame non li sente solo una volta all’anno. Togliere, sì, ma per mettere il positivo. C’è un mondo sommerso nascosto agli occhi dei più che grida, che aspetta una mano tesa per migliorare la propria esistenza. La rinuncia è buona se ci aiuta a fare delle scelte migliori!
Digiuno, penitenza, elemosina siano quelle porte che ci fanno andare verso l’altro perché solo così saremo pronti per andare incontro al Risorto rinnovati e splendenti.

Trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Nel suo messaggio quaresimale di quest’anno, papa Francesco ci esorta a essere artigiani di sinodalità nella quotidianità, staccarsi da mediocrità e vanità: Un invito a mettersi in cammino alla sequela di Gesù, per approfondire e accogliere il suo mistero di salvezza, dove mette in luce la relazione tra il cammino quaresimale e quello sinodale. Come Chiesa noi siamo impegnati a realizzare, radicati nella tradizione e aperti verso la novità: "Non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari per paura di affrontare le fatiche della realtà". La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a se stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati, quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore, ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità. (Messaggio Quaresimale 2023).

 Quaresima è la sveglia per l’anima, in un tempo che corre, corre, noi ci dobbiamo fermare perché è con la Quaresima che arriviamo all’essenziale. (Papa Francesco)

 Buon Cammino verso l’Alba della Pasqua a tutti! 

                                                                                         Padre Silvano Porta rettore del Santuario

La lunga permanenza nel deserto causò la morte della generazione che uscì dall'Egitto,
Morte che è ripetutamente interpretata dalle tradizioni come purificazione dal suo continuo peccato (cfr. Deut. I,14-40). Il popolo, con un lungo giro, evita l'incontro armato con popoli più potenti di lui: Mom e Koab, e giunge al confine della terra oggetto della promessa, a est del mar Morto.
II momento storico per affrontare la conquista di Canaan non poteva esser più favorevole. Le tribù che erano uscite dall'Egitto si erano irrobustite nel deserto e avevano acquistato una certa coscienza di unità. Gli imperi limitrofi erano in assoluta decadenza, impotenti pertanto ad intervenire. L'Egitto, dopo lo splendore dei Ramses, aveva iniziato il letargo. L'Assiria ancora non aveva sollevato il capo. I cananei si trovavano divisi fra loro in una moltitudine di città-stato indipendenti, incapaci di far causa comune e pertanto di difendersi davanti alla spinta di alcuni nomadi agguerriti.
La storia della conquista non si può seguire nei particolari, perché l'attuale interpretazione biblica ha semplificato lo svolgersi degli avvenimenti. Ma le prove sono più che sufficienti per assicurare che nella seconda metà del sec. XIII ebbe luogo, come lo dimostrano abbondanti testimonianze archeologiche, un grande assalto dall'est della Palestina che, per quanto fosse incompleto, distrusse la retroguardia della resistenza organizzata e permise a Israele di trasferire lì il suo centro tribale. Ma la popolazione cananea non fu in nessun modo sterminata. Molta parte della terra occupata da Israele era densamente popolata, e molta altra abitata da elementi che fecero causa comune con lui. Le vittorie di Israele causarono un aumento notevole del suo numero. Clan e città aderirono in massa o furono incorporati alla sua struttura per mezzo di un patto solenne (Gios. 24).
Benché in processo di. assorbimento abbia continuato per qualche tempo, la struttura tribale di Israele si completò rapidamente e ricevette la sua forma costitutiva. Con questo si può dire che sia cominciata la storia di Israele (J. Bright). Le tradizioni della conquista, diverse e svariate nei dettagli, sono state raccolte da un autore posteriore (probabilmente dell'epoca dell'esilio in Babilonia), che ha dato loro la forma che ci presentano oggi nel libro di Giosué. Questo autore è imbevuto della mentalità del Deuteronomio, per cui ci offre un'interpretazione religiosa della conquista,
La morte misteriosa di Mosé non impedisce la continuità della storia salvifica. E' Jahvé che la conduce a termine e, quando vengono a mancare i mediatori di una tappa, egli si sceglie nuovi "inviati" sui quali diffonde il suo spirito, perché in suo nome portino a termine un nuovo compito salvifico, quello che si adatta alla nuova tappa della storia.

Il terzo sabato del mese,  sia in presenza che in diretta streaming, leggiamo e commentiamo i testi dell'Antico Testamento, dalla Genesi in poi, per cogliere il messaggio spirituale che ci offrono per la nostra vita di fede.

L’inizio è previsto per le ore 16.00 e la durata è di circa un’ora.

In presenza l’incontro si tiene nella sala del Rosario (salire la rampa di scale, al primo piano); invece per chi volesse seguire tramite YouTube, basta cliccare sul seguente link: 

https://www.youtube.com/channel/UCzGZlWm8IITlevGMDX6-44w

17 Marzo 2023

Via Crucis 2023

La Via Crucis (dal latino, Via della Croce – anche detta Via Dolorosa) è un rito cristiano, della Chiesa cattolica con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota.

L’itinerario spirituale della Via Crucis è stato in tempi recenti completato con l’introduzione della Via Lucis — che celebra i misteri gloriosi, ovvero i fatti della vita di Cristo tra la sua risurrezione e la Pentecoste.
Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva.
Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia.
La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.
Oggi tutte le Chiese dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l’elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato. L’ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre “l’ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c’è una regola generale”.

Signore Gesù, Tu che sei il Crocifisso Risorto, fa’ che non ci lasciamo rubare la speranza di una nuova umanità, dei cieli nuovi e della terra nuova dove asciugherai ogni lacrima dai nostri occhi e non vi sarà più lamento, né affanno, perché le cose vecchie sono passate e saremo una grande famiglia nella tua casa di amore e di pace.

Ogni Venerdi ore 16.30 - Tempo permettendo la Via Crucis si svolgerà all'aperto.
Ore 17,30 Santa Messa

22 Febbraio 2023

Mercoledì delle Ceneri

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO  PER LA QUARESIMA 2023

- Sante Messe ore 8.30 - 10.00 - 17.30 - recita del rosario ore 17.00
 

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

«Ed ecco angeli si avvicinarono e lo servivano». Avvicinarsi e servire, verbi da angeli. Se in questa Quaresima ognuno di noi volesse avvicinarsi e prendersi cura di una persona che ha bisogno, perché malata o sola o povera, regalando un po' di tempo e un po' di cuore, allora per lei sarebbe come se si avvicinasse un angelo, come se fiorissero angeli nel nostro deserto."

-Ore 9.00 Conferenza - segue Adorazione Eucaristica
-Ore 10.30 Santa Messa
-Ore 12.00 Condivisione

Per iscriversi: inviare una e-mail alla casella di posta elettronica del Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite WhatsApp, comunicarlo nella chat del gruppo ritiropertutti oppure telefonare al numero 06-2266016 negli orari LUN. – DOM. 09.30 – 12.00 e 16.30-18.30.

Per il collegamento on line si usa il software Skype e l’invito viene inviato, qualche minuto prima dell’orario di inizio, o tramite posta elettronica o WhatsApp.

Il canale del Ritiro per Tutti, dove vengono pubblicati i filmati con le registrazioni degli incontri, è https://www.youtube.com/watch?v=Krv5OKbzjqw.

Al Santuario riprende il cammino mariano "Atto di Affidamento a Maria".

Primo incontro Domenica 26 Febbraio ore 16,30

Da Marzo in poi ogni quarta domenica del mese sempre alle ore 16,30.

Il cammino si concluderà con l'atto di Affidamento che si pronuncerà pubblicamente.

"Affidarsi a Maria è scoprirla vicina, compagna di viaggio, sorella nel cammino". La riflessione, le testimonianze dei partecipanti."

Nostra Signora di Fatima, Tu che hai scelto Francesco e Giacinta,
due poveri e semplici pastorelli, per annunciare al mondo
i desideri del tuo Cuore Immacolato, aiutaci ad accogliere il tuo messaggio
di conversione, perché liberati dal peccato possiamo vivere una vita nuova.
Santi Francesco e Giacinta,
voi che foste capaci di una preghiera intensa,
fate che il momento della preghiera quotidiana
diventi per noi il cuore di ogni nostra giornata.
Voi che, seppur bambini, foste capaci di offrire grandi sacrifici in dono
alla Vergine Maria per la salvezza dei peccatori,
aiutateci a non sprecare le piccole croci quotidiane,
ma a renderle offerta preziosa e gradita a Dio per la salvezza del mondo.
Nostra Signora di Fatima, per intercessione dei Santi Pastorelli
Francesco e Giacinta, veglia su tutti i bambini del mondo,
soprattutto quelli più poveri e abbandonati.
Fa’ che anche loro possano trovare,
nel tuo Cuore Immacolato e materno, rifugio e protezione.

Santi Francesco e Giacinta, Pastorelli di Fatima, pregate per noi!

17 Febbraio
-Sante Messe ore 8,30 - 10,00 - 17,30 - ore 17,00 recita del rosario - Preghiera ai pastorelli

18 Febbraio
-Sante Messe ore 8,30 - 10,00 - 17,30 - ore 17,00 recita del rosario - Preghiera ai pastorelli
-Ore 16,00 Incontro con i bambini  e proiezione di un cartone animato sulla vita dei piccoli santi Francesco e Giacinta.

Sono invitati tutti i bambini per poter conoscere e vivere la fede con i piccoli pastorelli!

19 Febbraio
Sante Messe ore 9,00 - 10,30 - 12,00 - 16,30 - 18,00 - Recita del rosario ore 17,00 -  preghiera ai pastorelli

 

 

In Compagnia dei nostri fratelli santi.
E’ un appuntamento mensile, esattamente ogni prima domenica del mese. Iniziativa  nata durante il lockdown dovuto alla pandemia. Sospesa la tradizionale processione mariana si è pensato di valorizzare la prima domenica con la figura di un santo.

Quand'io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho carità, divento un rame risonante o uno squillante cembalo. E quando avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e avessi tutta la fede in modo da trasportare i monti, se non ho carità, non son nulla.

Ore 16,00 sala Cuore Immacolato di Maria 

L'incontro sarà guidato da padre Silvano Porta omv. Tema dell' incontro: Il vero bene nasce da un amore esigente! 1 Cor. 13 

 

Sabato 4 e Domenica 5 Febbraio il Santuario accoglierà la reliquia della piccola Santa Giacinta di Fatima

Sabato 4 Febbraio alle ore 19,00 recita del rosario con i pensieri della santa animato dal gruppo giovani adulti del Santuario

Domenica 5 Febbraio ore 15,15 Adorazione Eucaristica segue processione mariana e Santa Messa.

Domenica 5 Febbraio - prima domenica del mese - Sante Messe ore 9,00 - 10,30 (Gruppo filippini) - 12.30 - 15,15 Adorazione Eucaristica segue processione mariana - Santa Messa ore 16.30 - 18,00 - Saranno presenti sull'altare accanto alla Vergine di Fatima le reliquie dei pastorelli. Il fazzoletto che copriva il capo di santa Giacinta - un frammento delle bare di san Francesco e santa Giacinta ed un frammento del leccio sul quale apparve Nostra Signora del Rosario di Fatima.

.."Quando sarà il momento di dirlo, non nasconderti, dì a tutti che Dio ci concede le grazie attraverso il Cuore Immacolato di Maria, di chiederle a Lei, che il Cuore di Gesù vuole che, al suo fianco si veneri il Cuore Immacolato di Maria. Si chieda la pace al Cuore Immacolato di Maria, perchè Dio l’ha affidata a Lei." Santa Giacinta Marto

Santa Giacinta Marto nata l’11 marzo 1910 ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, era l’undicesima e ultima figlia di Emanuele Pietro Marto e Olimpia de Jesus. Insieme al fratello Francesco e alla cugina Lucia, fu una dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima, tra il maggio e l’ottobre 1917. D’indole vivace, imparò ad accettare di buon grado le sofferenze, anche compiendo piccoli sacrifici per amore di Dio e della Madonna. Ammalatasi durante una violenta epidemia di influenza “spagnola” nel 1918, morì il 20 febbraio 1920 nell’ospedale «Dona Estefânia» di Lisbona, a nove anni e undici mesi. Suo fratello Francesco l’aveva preceduta il 4 aprile 1919. Entrambi sono stati beatificati da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000 e canonizzati da papa Francesco diciassette anni esatti dopo. I resti mortali di Giacinta Marto sono venerati nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, nella cappella sul lato sinistro dell’altare maggiore.

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